Allo scrittore lucano sarà intitolato il giardino di Piazza Risorgimento
Comincia oggi mercoledì 25 settembre, a Torino la cerimonia d’intitolazione del giardino di piazza Risorgimento a Francesco Lomonaco. La manifestazione si svolgerà presso il Liceo Classico Cavour dalle ore 9,15. La Città di Torino, cuore pulsante del Risorgimento Italiano e prima Capitale dell’Italia unita, ha voluto rendere omaggio a Francesco Lomonaco, illustre cittadino di Montalbano Jonico, centro in provincia di Matera. Francesco Lomonaco nasce il 22 novembre 1772 a Montalbano Jonico, piccolo paese lucano in provincia di Matera. Sin da bambino rivela sete di conoscenza per lo studio che, insieme a perseveranza e assiduità, lo portano dopo aver terminato, con molto anticipo, gli studi liceali a Matera, ancora giovinetto, a trasferirsi a Napoli dove a soli 21 anni si laurea in medicina e a 24 anni riesce a conseguire anche la laurea in “Utroque Iure”.{module bannerInArticleGoogle}
Nel 1799 fu tra i fautori della Repubblica Partenopea contribuendo attivamente, con l’azione e con gli scritti, a scrivere quella pagina di storia che, come ebbe poi a dire Benedetto Croce, doveva costituire la prima vera pagina del Risorgimento italiano. Il crollo di quella repubblica lo vede condannato a morte, ma miracolosamente riesce a sfuggire all’esecuzione capitale dirigendosi verso il nord del Paese dove stringe legami di amicizia con l’ancora giovane Alessandro Manzoni, che gli dedica il sonetto “Per la vita di Dante”. Francesco Lomonaco dimostra di essere legato ai valori di valori quali solidarietà e amor patrio, ponendo l’uomo inteso nella sua completezza al centro di tutto; parla spesso di morale, diritti/doveri, chiarezza e trasparenza nella gestione della res publica.
Il suo pensiero esplica in sintesi i principi base dell’Unità della Patria che si costruisce dalle spinte interiori e dalle necessità spontanee di autoregolarsi, come processo di maturazione delle coscienze collettive, dal profondo di sé stessi. Tra le sue opere di maggior richiamo il rapporto al cittadino Carnot del 1799 che gli procura una notevole fama negli ambienti illuministi, Analisi della sensibilità del 1801 sulla filosofia di Vico e del vichismo meridionale, due raccolte di Vite degli eccellenti italiani e dei famosi capitani d’Italia e un Discorso augurale sulla storia (1806) e i suoi Discorsi letterari e filosofici del 1809, mal graditi al potere napoleonico e perseguitati dalla censura. Lomonaco, come lo Jacopo Ortis Foscoliano, deluso e amareggiato, decide di chiudere la sua breve e concitata esistenza con un ulteriore atto di protesta e libertà, lasciandosi affogare la mattina del 1° settembre 1810 nelle acque del Navigliaccio, alla periferia di Pavia. Dopo i saluti istituzionali del Presidente del consiglio comunale, Francesco Sicari, di Claudio Cerrato, presidente della quarta circoscrizione e del sindaco di Montalbano Jonico e della provincia di Matera, Piero Marrese, gli approfondimenti sono stati affidati a Fabrizio Lomonaco, dell’Università Federico II di Napoli, Francesco Lomonaco filosofo e storico, Marco Brunazzi, vicepresidente dell’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini di Torino, Francesco Landolfi, dottorando di ricerca in Studi Storici all’Università di Firenze, e Claudia Megale, Università Federico II di Napoli. Coordina l’incontro, Rosaria Bertilaccio, presidente comitato promotore torinese del bicentenario della morte di Francesco Lomonaco.