Marranchelli: modificare la legge 157/92 per invertire la rotta sulla questione degli animali selvatici
Fauna selvatica più aggressiva con il Covid 19. La circostanza viene segnalata dall’Agia, associazione giovani agricoltori – Cia, dopo aver riscontro dei casi, ultimo quello di almeno due lupi che hanno assaltato un gregge di un’azienda di Lagopesole, con danni economici. A questo si aggiungono le continue segnalazioni di avvistamenti di cinghiali diventati più numerosi rispetto alla fase pre-coronavirus in particolare a Tursi, Valsinni e Noepoli, Latronico, nella frazione di Agromonte Magnano e Mileo, con gravi danni alle colture. L’appello di AGIA-CIA Basilicata è quello di non abbassare la guardia sui danni da fauna selvatica, accogliendo favorevolmente il progetto dell’Associazione Regionale Allevatori di Basilicata (Ara) avviato in collaborazione con la Regione Basilicata e il supporto dell’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (Enci) e del Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese (C.P.M.A.) “Un cane per un lupo”.
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Insomma la pandemia ha permesso alla fauna selvatica di aggredire di più il territorio.Il progetto ” un cane per un lupo”, può in realtà risolvere il problema. “Risolvere è una parola grossa – precisa subito Rudy Marranchelli – presidente regionale e vice presidente nazionale di AGIA-CIA, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – sicuramente l’azione dell’ARA è un segnale importante ai tanti allevatori lucani spesso inascoltati. Il tema vero è che oggi bisogna sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione” e attivare tutte quelle misure idonee a mantenere in equilibrio il rapporto”. L’associazione dei giovani agricoltori –Cia, propone di modificare la legge 157/92 che regola la materia.
Sette punti chiave per invertire la rotta sulla questione degli animali selvatici. Oltre a quella del rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori ve ne sono altre più importanti. “C’è quella – continua Rudy Marranchelli di distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria. È necessario intervenire nella governance dei territori, garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività. Importante quella che indica che le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all’attività venatoria – Per Cia, piuttosto, deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento”.
Una situazione che in passato aveva prodotto molti danni, ora la pandemia ha aggravato. Lei dice: Bisogna superare la logica del “de minimis” cosa vuole intendere?“ Parlo di risorse da concedere un’impresa nell’arco di tre esercizi finanziari, aiuti per attività ristoro del danno. Basta far riferimento all’art. 2, 2° comma del Regolamento n. 1998/2006 stabilisce in 200.000 € l’importo massimo complessivo degli aiuti che possono essere concessi in regime “de minimis”.