Il voto del Sud non è assistenzialismo è il voto di una nuova filosofia di vita: si tiene stretto quello che ha
La sorpresa di queste elezioni politiche è stata vedere, a occhio nudo, il movimento del Reddito di cittadinanza primo in Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia. Un’Italia spaccata in due: centrodestra, Fratelli d’Italia nello specifico, le regioni chiamate rosse del Nord, mentre il partito di Giuseppe Conte primo al Sud tra i disoccupati. Un dato preoccupante su cui tutti, la politica in generale, ora ha l’obbligo di riflettere senza vestire la maglia del tifoso o dedicarsi a feste e festini per il cambio di rotta politica.
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Su questo ha fatto bene Giorgia Meloni a dire che non c’è niente da festeggiare, visto che a breve arriveranno nuove bollette di luce e gas aumentate e la legge di Bilancio da comporre e inviare, entro la metà di ottobre, in Europa (sovranità ridotta al minimo con la sola ratifica).
E allora vale la pena sottolineare questa pericolosa caduta dei partiti tradizionalmente “residenti” in questi territori che vedono scippate il loro trono storico, soprattutto quelli del centro destra stesso. Perché? Probabilmente il Sud non spera più, non vuole più cambiare, non vuole votare e non cerca più un lavoro, perché di opportunità i politici del territorio non ne hanno create, prodotte, utilizzando da sempre il megafono della pubblicità ingannevole. Diciamola questa verità una volta per sempre: ci sono due territori che da tempo faticano a riconoscersi e condividersi, divisi da tempo negli sguardi, nelle scelte addirittura nelle prospettive. Il voto del Sud non è quello del solito assistenzialismo che tanti hanno dichiarato il giorno dopo, vinti e vincitori.
È il voto della consapevolezza, probabilmente di un ritrovato senso critico, di una nuova filosofia di vita che da tempo cresce silenziosamente nelle case dei cittadini, dei precari a vita, di coloro che si legano alle fede e al coraggio giornaliero per portare a casa una frisella con un po’ di pomodoro. Sembra ormai che il Sud stia legandosi ad una scelta: puntare alla sopravvivenza con quello che giornalmente gli concede lo Stato. Questo perché non vede più orizzonti, molte volte per pigrizia, altre per abitudine, per molti per rassegnazione. Se proviamo ad allargare lo sguardo sul partito del “non voto” la percentuale maggiore è quella della rassegnazione.
Possibile che il Mezzogiorno sia diventato un semplice luogo comune che si debba aggrappare al solo Reddito di cittadinanza? Prendere e basta! Possibile che sia ridotto ad un luogo dove in molti si debbano accontentare; che sotto il “temporale” preferiscono restarsene a casa, votare non serve a niente, nulla cambia e tanto poi ad essere eletti sono quelli che ti calano dall’alto? Insomma il Sud si tiene stretto quello che ha per mangiare, in attesa di opportunità vere e serie. Si tiene il presente. La speranza unica è nelle mani di Giorgia Meloni che ha il compito chiaro di eliminare la povertà (innanzitutto mentale), in modo che le persone ridiventino risorse. La domanda seria è: come si fa a togliere il reddito di cittadinanza? La risposta presumibilmente è sempre quella di ridare un futuro concreto al Sud. In tanti hanno fallito nella risposta. Ora ci prova la Meloni, siamo ottimisti.