L’assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Alessandro Galella, torna sulla questione dei nuovi progetti per le platee di beneficiari dell’ex Tis ed ex Rmi, ribadendo, ancora una volta, che tali nuovi progetti non cancellano le altre misure di sostegno al reddito, come il Reddito di cittadinanza, ma lasciano invariato questo beneficio. Lo ha comunicato in una nota lo stesso Galella che ha ribadito come “i progetti approvati dalla Giunta regionale con DGR 873/20022 e DGR 874/2022, rivolti alle platee ex TiS ed ex RMI non “cancellano” misure di sostegno al reddito. Al contrario, promuovono misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro per coloro che vivono in condizioni di disagio economico.
Il sussidio infatti, come previsto dalle schede approvate con le suddette DGR, continua ad essere riconosciuto nello stesso importo e viene finanziato altresì l’accesso a servizi specialistici a favore del nucleo (ad es. di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, assistenza domiciliare, ecc..)
Riguardo alla scheda denominata “Azioni di inclusione socio-lavorativa platea ex Rmi” approvata con la suddetta DGR 874 /2022, va detto che è stata finanziata nell’ambito della scheda IMC del protocollo di intesa – anno 2021 – (risorse art 45 c.5 legge 99/2009).
A tal proposito si evidenzia che ai fini dell’approvazione delle schede degli interventi, oggetto del suddetto protocollo, è stato espressamente fatto inserire, congiuntamente dal Mef e dal MISE (oggi MASE) che “I beneficiari delle tre platee di cui alle schede 1MC, 2MC e 2MS sono differenti e non si sovrappongono con il Reddito di cittadinanza nazionale”.
Nella nota si fa notare inoltre, ad ogni buon conto, che la precedente Amministrazione con deliberazione n. 1011 del 29 settembre 2017 deliberava “di dover stabilire con la presente deliberazione il divieto di cumulo dei benefici prevista dal Programma Reddito Minimo di inserimento con altri trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari a qualunque titolo erogati da un’amministrazione pubblica per l’inclusione sociale o il sostegno al reddito”.
La suddetta previsione come indicato nella deliberazione, doveva evitare che in uno stesso nucleo familiare si concentrassero diversi benefici economici a discapito di altri. Anche per questa amministrazione è necessario garantire “l’equità sociale”.