Mi sono sempre chiesto, continuo a farlo, perché di presenze importanti, persone che hanno dato luce alla nostra vita, al trascorrere del tempo ritornano in mente soltanto dopo la morte? Perché abbiamo la brutta abitudine di sentire il dolore di un’assenza e mai l’allegria di una presenza? Come per una mamma, una vera mamma, anche per il papà, un vero papà, scriviamo sempre dopo la sua dipartita; mai prima sentiamo il desiderio, la necessità di sedersi accanto a lui e ascoltare le sue gioie, i suoi dolori, le sue preoccupazioni, le sue ansie, le sue incertezze, i suoi desideri finanche i suoi sogni. E‘ vero, tutti i grandi papà sono assenti nella quotidianità della famiglia perché il dovere del lavoro, il dovere – obbligo di dare dignità alla famiglia, li costringe a stare in un posto dove cercare l’avvenire per quei figli che ha voluto e che quando ne ha sentito il primo respiro si è isolato e rannicchiato in una intensa preghiera, chiedendo al Supremo di concedergli tempo, fede e coraggio perché potesse vedere la fine del suo progetto: figli sistemati, sposati e amati e considerati nel sociale. Perché a questi padri silenziosi che non amano il palcoscenico, le prime file, non tenerli per mano, aiutarli quando è possibile, sostenerli quando necessita, abbracciarli quando viene richiesto, perché anche loro hanno partecipato a dare la vita: dono unico importante. Anne Geddes, una fotografa australiana, parlando dei papà, alcuni anni orsono disse: “Ogni uomo può essere un padre, ma ci vuole qualcosa di speciale per essere un papà”. C’è quella molto più semplice dello scrittore, giornalista e saggista colombiano, Gabriel García Márquez che a proposito di figli e padri disse: “Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre”. Le lacrime e le paure di un padre sono invisibili, il suo amore è silenzioso, ma la sua cura e protezione rimangono come un sostegno forte per tutta la vita. Il papà è colui che sa darti tutto, anche quando non ha niente. I papà che sanno sorridere e scherzare possono capovolgere il mondo, possono creare una nuova certezza, possono rompere muri semplicemente toccandoli. Con i papà non si deve essere dei grandi falsari, si deve essere veri e alcune volte innocenti. Bisogna ricordarsi che fare il papà è un ruolo unico che costa tanto perché non è un cartone animato, ma una serie televisiva raccontata dal vivo. Il papà è quello che ti dice solamente una frase: “Se fai la cosa giusta, non ti potrà succedere mai niente di brutto”. Il papà è un luogo dove le favole e i sogni non hanno valore, solo le speranze puoi toccarle con mano perché basta un refolo di vento tratto dal suo respiro, che possono diventare realtà, gioia incondizionata. Un abbraccio di un padre è un’ancora che ci trattiene, una vela che ci porta con lui, una luce che non si spegne mai che continua a fare luce nelle giornate di ombra, di freddo intenso, un amore che mostra la via. Ai vostri padri ancora vicini donategli la vostra più sincera lacrima che viene dal vostro cuore di figli, perché domani, quando loro si assenteranno, non potranno più sentire quella buona umidità sulle loro guance e il semplice ricordo non basterà mai. Il papà è una cosa seria, molto seria. Perché ricordarsene quando da figli si diventa padri? Impariamo a rincorrere le cose che valgono e non quelle che costano.