Dal 27 aprile è consentito alla grande platea di persone che si trovano in uno stato di difficoltà di attivare i servizi e le misure del percorso previsto dal programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).
I Centri per l’impiego effettuando la cosiddetta profilazione hanno elaborato, attraverso i propri operatori, in modo automatizzato e sulla base dei dati forniti dai soggetti interessati, una percentuale di probabile occupabilità della persona in cerca di lavoro. I soggetti in questione, circa 6.600, sono stati classificati dal Centro per l’impiego in quattro categorie.
Al riguardo l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Galella, spiega:
“C’è una categoria abbastanza corposa. È costituita da 1.500 persone già pronte per andare al lavoro e attraverso le agenzie per il lavoro, presenti su tutto il territorio lucano, potranno entrare in contatto con le imprese che cercano lavoratori.
Ci sono, poi, persone che sarebbero quasi pronte al lavoro, ma che hanno profili professionali che hanno bisogno di alcuni aggiornamenti. Queste persone saranno indirizzate verso corsi di formazione di 100 ore.
Inoltre, ci sono figure professionali, circa 1.500, che da lungo corso purtroppo non sono nel mondo lavorativo e avranno bisogno, invece, di corsi più importanti di circa 500-600 ore.
Infine, c’è una quarta fascia composta da 200 persone che purtroppo non hanno più le caratteristiche per entrare nel mondo del lavoro o per problemi sociali o per problemi di famiglia o per problemi di età e quindi saranno aiutate verso il pensionamento o un sussidio sociale”.
L’assessore, inoltre, chiarisce:
“Questa è un’opportunità che si offre, non è un obbligo; i percorsi formativi sono facoltativi. Ovviamente noi speriamo sempre che, vista la richiesta di risorse umane di cui il sistema produttivo lucano ha bisogno, i lucani preferiscano, anziché un sussidio minimo che li porta a sopravvivere, ambire ad avere uno stipendio vero e proprio che gli possa permettere una qualità di vita migliore. La nostra speranza è che siano più proiettati al lavoro che al sussidio sociale”.
Filomena Dattoli