La Giornata Internazionale della Famiglia si celebra ogni anno il 15 maggio da quando nel 1994 l’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti (ONU) ha proclamato questa giornata, dedicandola al “fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini”.
“Le famiglie sono luoghi di accoglienza, e guai se venissero a mancare! Guai – afferma Papa Francesco – Una società diventerebbe fredda e invivibile senza famiglie accoglienti. Sono un po’ il calore della società, queste famiglie accoglienti e generose”.
La Costituzione italiana, all’articolo 29, afferma: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio […] sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. I modelli familiari in effetti sono molteplici, ma in ogni sua ‘espressione’ costituisce “un gruppo sociale fondamentale”, soggetto a trasformazioni, nelle diverse società, col mutare delle epoche, ma i dati recentemente forniti dall’ISTAT, alla terza edizione degli Stati generali della Natalità, descrivono una situazione catastrofica: dal 2008 le nascite sono diminuite di 176.410 unità (-30,6%); il primo bimestre del 2023, confrontato con il primo bimestre del 2022, mette in evidenza un -0,4% della popolazione; nell’a.s. 2023/2024 si registreranno 130 mila studenti in meno.
Quanto si legge allarma ed è importante considerare che una popolazione che invecchia è inevitabilmente destinata prima o poi a collassare, per non parlare di tute quelle problematiche connesse ai costi maggiori che lo Stato, in assenza di giovani, deve supportare individui sempre più anziani.
Il calo demografico è determinato da una serie di motivazioni che comunque hanno un comune denominatore: l’incertezza per il futuro determinata principalmente dalla precarietà, ma segue il caro vita, le scarse tutele legate alla maternità e delle lavoratrici, le retribuzioni inadeguate anche a volte dei dipendenti pubblici, gli scarsi benefit, l’assenza di strategie economiche e politiche adatte per favorire la costituzione di famiglie numerose.
Ogni anno, la giornata internazionale della famiglia viene utilizzata per sensibilizzare le Istituzioni e sottolineare i problemi che affliggono le famiglie e le azioni più appropriate che individui, privati, società e governi possono intraprendere per risolvere tali problemi.
Ma la giornata viene anche utilizzata per mostrare la ricchezza che un nucleo familiare rafforzato e tutelato crea per la società e quella che quotidianamente offre ad ogni suo membro quando caratterizzata da valori sani e radici forti.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità ha dichiarato: “Viviamo in un’epoca in cui parlare di natalità, di maternità, di famiglia è diventato sempre più difficile, a volte sembra quasi un atto rivoluzionario – ha osservato Meloni – noi eravamo stati avvertiti del fatto che sarebbe arrivato un tempo nel quale avremmo dovuto batterci per dimostrare che le foglie sono verdi in estate o che due più due fa quattro. Oggi bisogna avere coraggio per rivendicare cose che sono fondamentali per la crescita della nostra società”.
“Vogliamo che l’Italia torni ad avere un futuro, a sperare e a credere in un futuro migliore rispetto a questo presente incerto – ha sottolineato la Meloni – abbiamo dedicato alla natalità la titolazione di un ministero e abbiamo collegato il tema della natalità con quello della famiglia e delle pari opportunità. E’ una scelta di sostanza. Fin dal primo giorno di lavoro, il governo ha messo i figli, i genitori, le mamme e i papà in cima all’agenda politica. Abbiamo fatto della natalità, della famiglia una priorità assoluta della nostra azione”, ha detto ancora il presidente del Consiglio, “al coraggio delle idee deve corrispondere il coraggio delle azioni. Noi oggi ci troviamo a governare la nazione in questo tempo complesso e quello che avevamo detto prima di arrivare al governo è quello che stiamo cercando di realizzare”.
“Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il proprio desiderio di maternità, senza dover rinunciare alla realizzazione professionale, non è che non avranno pari opportunità, ma non avranno libertà – ed ancora – se i giovani non hanno la possibilità di comprare una casa nella quale crescere i propri figli, se i salari saranno così bassi da frenare lo slancio di mettere in piedi una famiglia, se tutto questo non sarà affrontato con dedizione, sarà impossibile raggiungere l’obiettivo che tutti qui dentro ci prefiggiamo”.