Gli agricoltori, si sa, sono quelli che più di tutti devono fare i conti con le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma quado si parla di ortaggi il problema delle produzioni diventa, se possibile, ancor più delicato. È il caso del Peperone di Senise Igp, la più importante eccellenza lucana delle produzioni e della gastronomia tipica, che già da qualche anno patisce le conseguenze della schizofrenia del clima, ma che quest’anno ha fatto registrare una vera e propria emergenza.
A causa della pioggia abbondante dei mesi scorsi, ci spiega Enrico Fanelli, presidente del Consorzio di Tutela del Peperone di Senise Igp, “la produzione sta subendo notevoli ritardi, dovuti alla difficoltà di entrare nei campi per i lavori necessari, e questa circostanza si ripercuoterà inevitabilmente sulla situazione economica delle nostre aziende, portando mancati guadagni, per l’impossibilità di raccogliere tutto il prodotto ed essiccare con l’avanzare della stagione invernale.”
In pratica l’essiccamento del peperone ha un ciclo ben preciso che comincia già dalla fine di luglio ai primi di agosto, quando il prodotto dovrebbe essere già stato raccolto. I ritardi di cui abbiamo detto, invece, costringono i produttori a iniziare in questi giorni la raccolta e a trovarsi inevitabilmente in difficoltà con il processo di essiccazione, che potrebbe protrarsi nei mesi più freschi, con notevole difficoltà per la produzione del famoso crusco.
Di solito, infatti, in questi giorni si dovrebbero ammirare le famose “serte” rosse messe ad essiccare sui balconi senisesi o nei lunghi filari delle aziende, a comporre quel suggestivo paesaggio tipico di Senise. Invece questo spettacolo è piuttosto raro in questa estate del 2023 proprio a causa di quanto abbiamo spiegato fin qui. La raccolta del peperone da queste parti inizia a fine luglio e nei primi giorni di agosto, per poi avere in breve tempo il prodotto essiccato. Ma purtroppo quest’anno non è così.
È per questo che il Consorzio ha deciso di sottoporre il problema ai rappresentanti istituzionale, mettendo al corrente della situazione l’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata Alessandro Galella già in un incontro tenutosi a Senise circa un mese fa, durante il quale l’assessore ha assunto l’impegno da approfondire il problema ma ha anche evidenziato il fatto che non trattandosi di calamità non ci sarebbero le condizioni per l’intervento pubblico. Oggi, però, il Consorzio ha deciso di alzare l’asticella istituzionale e di portare al tavolo il senatore Gianni Rosa che interverrà all’incontro previsto per venerdì prossimo 25 agosto nella sala convegno del Complesso San Francesco di Senise, alle ore 18.00.

“Chiediamo l’invio di tecnici regionali –dice il presidente del Consorzio Enrico Fanelli- al fine di verificare lo stato attuale delle produzioni e, qualora ci saranno i presupposti, prevedere un aiuto economico per coprire le perdite subite.”
Il “re” della tavola lucana ha, dunque, bisogno del sostegno delle istituzioni e sarebbe il caso che queste ultime si facessero sentire vicine ai numerosi giovani che hanno deciso di investire nell’agricoltura e sfidano spopolamento e difficoltà climatiche dei territori del Sud della Regione, per i quali la risorsa “Peperone” rimane una delle poche speranze a cui aggrapparsi. Se è vero che non si può parlare di calamità naturale è pur vero che le voci cui attingere non mancano. È necessario però inserire questi provvedimenti nel dibattito, tutt’ora vivo e attualissimo, sulle compensazioni ambientali della risorsa acqua che il Senisese garantisce ad altri territori di Puglia e Basilicata a costo di notevoli sacrifici di terreni coltivabili e di cambiamenti non indifferenti al microclima.