Lettura e analisi stilistica dell’opera il 4 agosto, con la presenza dello scrittore Giuseppe Lupo
Sono terminati recentemente i lavori di restauro eseguiti nell’antico chiostro conventuale di San Francesco d’Assisi a Senise.
Tali lavori hanno riportato alla luce ulteriori porzioni di affresco, facenti parte di un ciclo di pitture ancor più esteso, che ha completato, almeno parzialmente, alcune figure prima visibili.
L’affresco, opera cinquecentesca dell’artista conosciuto alla critica come Nicola da Novasiri, reca ora per esteso la firma dell’autore, ed è possibile identificarlo come Nicola da Nova.
Iconograficamente il tema trattato in tale opera sembra ricordare il dialogo tra la progenitrice e il serpente.
Eva si presenta ancora nuda, ma nell’atto di coprirsi il pube con un cartiglio recante una lunga iscrizione. Con l’indice sinistro indica il registro superiore dell’affresco, che vede raffigurati il sole e luna con tratti fisiognomici umani. Tale modello figurativo rimanda al giudizio di Dio e allude al passo della Genesi. “Dio creò l’uomo a sua immagine: maschio e femmina li creò”.
Il serpente avvolto all’albero della conoscenza, allude anche alla futura Crocifissione di Gesù, così come a essa riportano anche i due astri sopra menzionati.{module bannerInArticleGoogle}
La scena si svolge all’interno di uno spazio delimitato da alte mura smerlate che vede stagliato sullo sfondo il giardino fiorito dell’Eden. Anche in tale scena possiamo scorgere un chiaro riferimento all’iconografia, tipicamente medievale, della Vergine Maria collocata all’interno del hortus conclusus. Forti richiami sono presenti, dunque, tra l’antico e il nuovo testamento
L’opera presenta anche un Cristo in pietà, elegantemente adagiato a mezzo busto in un sepolcro rettangolare. Alle sue spalle, sulla croce, sono posti vari simboli della passione. Tale iconografia è molto antica e deriva dagli scritti di Gioacchino da Fiore.
L’artista, uno dei primi frescanti cinqucenteschi di cui si ha notizia in Basilicata, è autore anche degli affreschi conservati nella chiesa di san Domenico a Ripacandida. Infatti evidenti analogie sono riscontrabili tra l’opera presa in esame e l’affresco raffigurante la Cacciata dei progenitori, dipinta nella parrocchia ripacandidese.
Pittura elegante e sinuosa, il pittore riesce con pennellate lineari e tondeggianti a rendere le figure delicate e fortemente espressive. La sua pittura sciolta ed essenziale è in linea con il linguaggio figurativo meridionale del periodo.
Chiari riferimenti, nel suo modus operandi, sono derivanti da linguaggi tardogotici e da stampe provenienti dalla vicina Napoli.
Maria De Lorenzo
[bt_quote style=”box” width=”0″]Il 4 agosto prossimo, a partire dalle ore 19.00, incontro con lo scrittore lucano Giuseppe Lupo e presentazione del progetto-rivista Viaggio in Basilicata. Nel Chiostro del complesso San Francesco in Senise la dottoressa Maria De Lorenzo farà una lettura e analisi stilistica dell’opera.[/bt_quote]