Si tratta di Massimo Calenda che percepirà circa 128 mila euro lordi all’anno
Operazione San Gennaro? La giunta regionale del Presidente un po’ napoletano e solo un po’ lucano, Vito Bardi, con deliberazione numero 467 adottata nella seduta del 12 luglio scorso, ha conferito incarico di direttore dell’ufficio stampa della giunta al giornalista napoletano Massimo Calenda amico e pare parente dell’attuale presidente della Regione Basilicata. Questa circostanza, in alcuni ambienti politici non solo di opposizione, ha permesso di ricordare il titolo del film del 1966, diretto da grande Dino Risi, appunto “Operazione San Gennaro”. Vi ricordate la trama?: tre ladri statunitensi giunti in città per rubare il tesoro di San Gennaro. Senza svelare i loro piani, i tre chiedono aiuto a una vecchia gloria della malavita napoletana, don Vincenzo “il fenomeno”, che però si sente troppo vecchio per nuove imprese ed è inoltre detenuto a Poggioreale. Egli consiglia quindi ai tre di rivolgersi al suo pupillo Armanduccio Girasole, detto “Dudù” (Nino Manfredi). Una nomina che frutterà una spesa, per le casse regionali, di circa 128 mila euro lordi all’anno. Questo lo stipendio del nuovo direttore dell’ufficio stampa della giunta regionale, maggiore, pare, di 40 mila euro rispetto a quello percepito dai predecessori di Calenda che si è visto quindi riconoscere in termini percentuali un incremento di ben 45 punti. {module bannerInArticleGoogle} Nel provvedimento, al fine di avallare i tremila euro al mese concessi a Calenda, si dice che: “nell’allegato curriculum è connotato da caratteristiche di eccellenza professionale e culturale avendo lo stesso maturato competenze ed esperienze di notevole rilievo nel campo della comunicazione e del giornalismo”.Va detto anche che l’allegato curriculum pare sia stato acquisito dalla segreteria della giunta ed inserito nel fascicolo del provvedimento soltanto il 15 luglio,cioè tre giorni dopo l’adozione della delibera. Va anche precisato che la legge numero 7 del 2001 consente al Presidente della giunta regionale Bardi e alla sua giunta di nominare il direttore dell’Ufficio Stampa per intuito personale, cioè senza dar conto del perché della scelta fatta. Ma il tetto massimo nella quantificazione degli emolumenti mensili è soggetta a dei limiti. Lo stipendio del capo Ufficio Stampa, recita la legge 7, non può superare quello percepito annualmente da un dirigente regionale di fascia C. Vale a dire: 88 mila euro lordi. La domanda sorge spontanea: in Basilicata nessun giornalista ha le stesse o superiori competenze di Calenda? Suona strano il silenzio dell’Ordine dei giornalisti lucani, con il suo competente e bravo Presidente Domenico Sammartino, su questa vicenda che sembra appunto un’operazione San Gennaro. Almeno speriamo nel lieto finale. Alla fine ci fu la restituzione dell’oro facendo passare il ladro come l’eroico salvatore del tesoro. Per fare questo intervenne Assunta mamma del ladro e l’arcivescovo di Napoli. Alla fine poi la storia ritorna sempre.