“Si può amare per anni e sentirsi felici, senza chiedere nulla fuorché l’amore?”
Donne che amano troppi uomini che non lo meritano. Ma che sanno rinascere e più forti sanno riprendersi il proprio tempo. Una resilienza cercata e voluta. Un romanzo a tinte gialle, quella della salernitana Letizia Vicidomini nella sua ultima fatica letteraria, “Lei era nessuno” edito da Homo Scrivens, che indaga su una relazione sentimentale che appare e scompare; un amore nato con una persona inesistente. Protagonista principale Ines, una bella donna di cinquantacinque anni, impiegata, vedova, con due figlie. Dopo la morte del marito Filippo c’è uno spazio che dedica solo a sé, e all’uomo con cui lei divide quel tempo sospeso.
Avvocato, sposato e padre, non le ha mai promesso nulla, e d’altronde lei nulla chiede: solo quell’ora o due parole, carezze, sesso appagante. {module bannerInArticleGoogle}Ma un giorno il suo paradiso sprofonda. Giuseppe De Florio, manca a un incontro, non risponde al telefono, e lei non ha altri contatti. E se fosse morto? Un libro che dipana il proprio racconto in quattro belle parti, leggero, scritto semplice che riesce a farti entrare nel racconto e viverlo in ogni attimo in maniera sorprendente. Accanto a Ines, tanti altri personaggi che, piano piano, diventano protagonisti ognuno con una piccola storia personale. Belle pagine che hanno la capacità di lasciare sul palato del lettore diversi e contrastanti sentimenti. Giuseppe De Florio è Bernando Lovisi.
La follia che diventa amore e che alla fine delinea i contorni giusti, quello della reale menzogna. Un amore che segue strani percorsi, l’inganno che lo porta ad un bivio, sentieri dispersi dentro un benessere gioioso, a tratti di strade mai terminati. La salvezza a tutto si chiama coraggio. Il coraggio di ritrovare la terra sotto i piedi, anche se poi, ne senti un cattivo odore. Un inganno che vive sotto la luce dell’illusione lasciando ferite indelebili al risveglio alla vita vera. Pagine al femminile senza essere femministe e con uomini perbene che sanno, al momento giusto riempire la vita con un sorriso o un attimo di ottimismo proprio quando la depressione vorrebbe prendere piede. Marco il fruttivendolo è uno di questi. Bella frase: “nessuno si deve permettere di comandarci la vita, e nessuno si merita l’amore e la sofferenza nostra se non è all’altezza. Bisogna capire questo, e decidere che la cosa più importante siamo noi stessi, alla faccia di chi ci vuole male”.
Concordo con il pensiero della psicologa Daniela Torre, alla fine del processo, che rivolge alla giovane Stella Lovisi: “non si deve mai perdere la memoria di ciò che ci accade, anche di natura negativa, per imparare dal vissuto ad affrontare il futuro”. Leggere questo libro aiuta a pensare e riflettere perché alla fine una dose di buona moralità è ben riposta in queste pagine che hanno bisogno soltanto di una leggera attenzione in più. Si può amare per anni e sentirsi felici, senza chiedere nulla fuorché l’amore? A voi la risposta.