Con la processione festosa della Santa si è aperto l’anno catechistico per i ragazzi
Piccoli riti dal grande significato, tradizioni apparentemente minori ma che nascondono storie di fede e di devozione popolare che contribuiscono a fare l’identità spirituale di una comunità e che bisogna conservare a tutti i costi. A Senise il culto di Santa Filomena è un culto minore, sicuramente, non come quello al patrono San Rocco o a San Giuseppe, ma è molto profondo e bene ha fatto e continua a fare il parroco, don Pino Marino, che ormai da anni ha legato la festa del nome di Maria, il 12 settembre, alla piccola Santa trasformandola nella festa di inizio anno sociale che è anche l’inizio della scuola e del catechismo.
La festa di questa Santa a Senise si perde nelle nebbie della tradizione e dei ricordi. Sicuramente il suo culto doveva essere molto sentito, come testimonia il ricordo degli anziani e le tante persone che ne portano il nome per devozione tramandata. Nel 1988 i parroci don Egidio Guerriero e don Battista di Santo ne vollero recuperare la devozione e stabilirono la festa per il sabato seguente alla seconda domenica di settembre, nella quale a Senise si celebra la Madonna di Viggiano a una settimana da quella del Sacro Monte.{module bannerInArticleGoogle}
Negli anni scorsi il parroco don Pino Marino ha voluto ulteriormente valorizzare questo culto legandolo ancor di più ai più piccoli e istituendo la piccola processione con la quale, tre giorni prima della festa dedicata a Santa Filomena, si trasla la piccola statua nella chiesa di San Francesco dove viene celebrato il triduo e la festa stessa.
Il ricordo degli anziani e anche in qualche foto d’epoca ci dicono che la festa della martire si celebrava l’11 settembre in modo molto solenne.
Come negli anni scorsi anche quest’anno la piccola celebrazione si è ripetuta, con i bambini che si sono ritrovati nel giardino della scuola materna del Sacro Cuore, dove un tempo risiedevano le religiose delle piccole ancelle del Sacro Cuore con la loro scuola, l’asilo delle suore come si chiamava allora, che ha tirato su generazioni di senisesi, e da lì sono partiti per traslare la piccola statua di Santa Filomena nella chiesa di San Francesco.
Tanti i bambini e i ragazzi per i quali comincia ufficialmente l’anno pastorale. Davanti a tutti tre ragazze con i vestiti che simboleggiano Fede Speranza e Carità, e dietro un corteo festante con mamme al seguito. È una tradizione che si consolida ma che, come si diceva, affonda le radici nel passato e si mescola alla leggenda, che coinvolge proprio la piccola statua della Santa che viene portata a spalle dai ragazzi lungo la processione.
Proprio le tre fanciulle che simboleggiano le tre virtù teologali riportano alla mente la tradizione dalla quale nasce la devozione a Santa Filomena a Senise. Un racconto tramandato da decenni coinvolge una famiglia di Senise, la famiglia Guerriero, la cui abitazione si trova in una parte dell’antico castello proprio attigua a quella occupata dall’asilo gestito nei primi del ‘900 dalle suore dell’Oratorio. Proprio ad una di queste religiose, Suor Maria Baldi che nei senisesi ha lasciato un bel ricordo, apparve in sogno Santa Filomena e le chiese di andare a recuperare la sua effigie relegata nella soffitta dal signor Angelo Guerriero, al momento prigioniero in Africa. Era il 1939 e, secondo il racconto, ciò che la Santa chiese fu fatto. Nell’incredulità di tutti, nel posto indicato dal sogno si trovava realmente l’effigie che fu poi collocata in un un’urna che, sempre secondo le indicazioni della Santa in sogno, fu realizzata dal prigioniero tornato sano e salvo dalla prigionia. Quest’ultimo, prima non credente, si convertì e da lì ebbe inizio il culto senisese a Santa Filomena, la cui festa era stabilita per l’11 settembre. Successivamente fu ridisegnato il calendario dei santi e questa festa fu abolita ma nella mente e nel cuore dei senisesi la sua impronta è rimasta indelebile, fino a quando fu recuperata, seppur in forme diverse, dai parroci.
Fede e tradizione, leggenda e culto si fondono, dunque, in questa piccola festa tutta locale, oggi rivolta soprattutto ai più piccoli. Santa Filomena, infatti, secondo la tradizione si sarebbe recata a Roma a 13 anni per incontrare l’imperatore Diocleziano e da lui avrebbe ricevuto profferte d’amore, che avrebbe rifiutato essendosi consacrata a Cristo. Per questo sarebbe stata tormentata e poi uccisa. La sua giovane vita, però, è avvolta dal mistero. Nonostante l’incertezza, però, la sua fede giovane e pura continua a parlare ai ragazzi e ai bambini del nostro tempo, segno di contraddizione in un mondo in cui i messaggi vanno in ben altra direzione.