Il portale regionale torna alla normalità. Dalla home page scompare il marchio Agr
La battaglia a difesa della libertà di stampa nella sua accezione quanto più̀ generica possibile, è stata vinta. Il capo Ufficio stampa della Giunta regionale abituava i lucani ai doppi annunci. Nota la vicenda del conferimento del suo incarico per il quale la Giunta regionale ha dovuto emanare due atti, per rettificare con secondo il primo contenente una maggiorazione del 45% non a norma. Anche sul caso dell'”oscurantismo” sui canali comunicativi istituzionali della Regione Basilicata, le vicissitudini susseguitesi in circa due settimane, hanno condotto alle necessità di un doppio annuncio. Adesso, si spera, una volta per ufficiale: Calenda ha eseguito l’ordine del governatore Bardi di ripristinare Basilicatanet.
Dalla home page è scomparso il marchio Agr (Agenzia Giunta regionale) e il portale è tornato quell’agorà dove anche il Consiglio regionale, composto a differenza dell’esecutivo pure dall’opposizione, hanno non solo diritto di asilo, ma soprattutto pari dignità̀ di intervento.{module bannerInArticleGoogle}
L’operazione allometrica di Calenda, pertanto, è stata cassata in pieno. Col marchio Agr, il capo Ufficio stampa della Giunta, aveva detronizzato dal piedistallo condiviso anche, tra le altre, con Acr (Agenzia Consiglio regionale), i suoi “colleghi”. Ponendo, inizialmente, un sigillo censo- rio parziale, nel complesso, censorio, ma totale in riferimento alla home page su tutto ciò che non era frutto della Giunta regionale.
Chi approdava sul sul sito della Regione Basilicata non doveva, secondo i piani comunicativi di Calenda, e non poteva leggere gli interventi dei consiglieri regionali e degli altri attori istituzionali e sociali citati. I quali rimanevano nelle retrovie in una sottosezione. Basti pensare che Calenda ha censurato persino l’Ordine dei giornalisti e l’Assostampa negando la pubblicazione del loro intervento a favore della libertà di stampa non soltanto nella home page, ma anche da qualsiasi sottosezione.
Ad ogni modo al primo comando di Bardi, intervenuto dopo il polverone sollevato dal caso “oscurantismo”, Calenda ha risposto disattendendo l’ordine, ma facendo finta di averlo eseguito. A comandare, per altri giorni, è stato sempre il marchio Agr.
II meccanismo era semplice: se, per esempio, un consigliere regionale aveva fatto un intervento di gradimento a Calenda, questi gli apponeva il marchio Agr, pur provenendo il testo da altra agenzia, concedendogli così la massima visibilità̀. Altrimenti niente marchio, permanenza nelle retrovie. Calenda ha eseguito l’ordine con una finta continuando, però, a detenere lo scettro della censura. Non a caso il consigliere regionale Polese a Cronache Tv ha dichiarato: “Sono appassionato di calcio e mi piacciono le finte, ma quelle di Cristiano Ronaldo e non quelle di Calenda”. Adesso, seppur con qualche problema che sembra esclusivamente di natura tecnica per via del ripristino in corso, sulla home page di Basilicatanet è tornato tutto come prima. Vengono pubblicati tutti gli interventi, qualunque sia la loro provenienza, nell’alveo di tutti gli aventi diritto, e l’unico criterio organizzativo è quello cronologico. Tutti su Basilicatanet ora hanno pari diritto di parola. Nel disegno di legge del governatore, la volontà di Bardi è quella di abrogare la legge regionale del 2001 che prevede che la Regione Basilicata, per perseguire scopi legati alla comunicazione, si avvalga “degli Uffici Stampa della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale, nel quadro di autonomia delle rispettive sfere istituzionali”.
Bardi, vorrebbe abolire, le strutture comunicative stampa di Consiglio e Enti sub-regionali, per farne rimanere in piedi soltanto una che corrisponde all’Ufficio stampa alle dirette dipendenze del presidente della Giunta regionale. L’iter burocratico del ddl è agli inizi, bisognerà̀ attendere per sapere cosa il futuro riserverà̀.
Per il momento l’operazione del controllato, la Giunta regionale, che controlla il controllore, il Consiglio, è fallita.