La denuncia dei familiari che avevano chiesto di trasportarlo a Lagonegro, dove i posti c’erano
L’odissea di un 89enne sull’ambulanza del 118 rivela ancora una volta la necessità di un maggiore coordinamento e di una più efficace razionalizzazione del servizio, per evitare che a pagare, e non solo in termini di disservizi, siano sempre i pazienti più deboli.
La vicenda, riportataci dai familiari del paziente, riguarda la frattura del femore di un anziano di Senise che per l’urgenza del caso è stato trasportato all’ospedale di Policoro. Fin qui niente di strano, ma il problema è nato nel momento in cui l’ambulanza è giunta al pronto soccorso del Giovanni Paolo II, dove i familiari hanno appreso che lì, nel reparto di ortopedia, non c’erano posti letto e che di conseguenza l’anziano doveva essere trasportato all’ospedale di Matera.{module bannerInArticleGoogle}
È stato in quel momento che sono scattate le loro proteste dal momento che prima di partire avevano chiesto che l’ambulanza portasse il paziente all’ospedale di Lagonegro o che, quantomeno, il personale del 118 si accertasse della disponibilità dei posti nell’ortopedia di Policoro, per evitare al paziente un ulteriore trasferimento in un ospedale più lontano come quello di Matera. La centrale del 118 di Potenza, però, aveva risposto a muso duro alla loro richiesta, indicando al personale di fare rotta verso il Giovanni Paolo II dove, a loro dire, i posti c’erano.
Com’era prevedibile, però, giunti in ospedale l’anziano è rimasto sul lettino dell’ambulanza perché il posto in ortopedia non c’era. A questo punto i familiari hanno appreso dal personale del pronto soccorso di Policoro il fatto che da tempo comunicano alla centrale del 118 di Potenza la mancanza di posti in ortopedia e che, nonostante diversi fax, gli operatori continuano a dare indicazione per trasportare i pazienti proprio in quel nosocomio, accrescendo ulteriormente i disagi, come nel caso del nostro anziano signore che ha dovuto sobbarcarsi un doppio viaggio per poter essere ricoverato e ricevere le cure del caso.
I suoi familiari, infatti, si sono opposti al ricovero a Matera e hanno chiesto che il proprio congiunto venisse trasportato a Lagonegro. E qui il danno si è aggiunto alla beffa perché hanno dovuto pagare il servizio di trasporto a proprio spese, rivolgendosi a un servizio privato di ambulanza. Certo, l’ambulanza del 118 avrebbe garantito il trasporto fino a Matera, ma per i familiari sarebbe stata dura raggiungere quotidianamente la citta dei Sassi per assistere il proprio caro, per cui hanno scelto di sobbarcarsi la spesa, con il povero anziano costretto a un nuovo viaggio prima di poter essere curato, con la sua bella frattura al femore della quale conosciamo bene la pericolosità per le persone di una certa età.
Un’odissea della quale l’anziano paziente avrebbe fatto volentieri a meno, evidentemente, se solo gli operatori della centrale del 118, secondo quanto ci hanno raccontato i familiari, avessero accettato di informarsi prima, come hanno fatto loro, sulla disponibilità dei posti all’ospedale di Policoro, o se solo, almeno, avessero avuto la premura di leggere i diversi fax che il pronto soccorso di Policoro aveva loro inviato.