Le ore ci sono le classi sono scoperte ma non le viene concesso di prendere servizio per svolgere il suo lavoro
Riceviamo e pubblichiamo il disagio di un’insegnante lucana, la professoressa Maria Castellucci di Policoro, che si è vista rifiutare l’assegnazione provvisoria in un istituto scolastico regionale dopo circa vent’anni d’insegnamento nel nord Italia.
“Sono un’insegnante di economia aziendale, sono nata e vissuta a Policoro fino al 1997 per poi trasferirmi per esigenze lavorative nella provincia di Milano dove ho insegnato per circa 20 anni. 4 anni fa, per esigenze di famiglia, in particolare per poter assistere mia madre ormai 85enne, ho dovuto chiedere l’assegnazione provvisoria che però non mi veniva concessa. L’anno successivo, nel 2017 ottenevo finalmente l’assegnazione. Ho trasferito i miei figli e siamo andati a vivere con mia madre che aveva compiuto 86 anni. Quest’anno chiedo per il terzo anno assegnazione, in posizione 5^ nella graduatoria definitiva, e l’ottengo in data 13/09 presso l’istituto alberghiero Turi di Matera in quanto 18 ore si erano rese libere in data 12/09. Dopo 6 giorni di servizio, il 18/9, ricevo una telefonata che mi comunica l’annullamento della mia assegnazione. Vi lascio immaginare il mio stato di confusione e incredulità. Mi era stata arbitrariamente annullata l’assegnazione perchè l’assegnazione della docente in posizione 1^, ottenuta in data 31/8, risultava errata (e mi chiedo: dal 31/8 al 18/9 nessuno se ne era accorto? Perché si è continuato con i provvedimenti di assegnazione per ben 4 docenti ed io ero in posizione 5). E ancora, se le regole vanno rispettate, andavano rettificate tutte le assegnazioni successive al provvedimento risultato errato e non si poteva annullare la mia assegnazione (in posizione 5) in quanto le ore a me assegnate si sono liberate in data 12/9, dopo del provvedimento di assegnazione del 31/8 alla docente in posizione 1^. Contattato il sindacato per ricevere spiegazioni e aiuto, mi viene detto di aspettare e stare tranquilla perché bisognava trovare delle ore disponibili al fine di risolvere il problema con una nuova assegnazione. {module bannerInArticleGoogle} Ho telefonato a tutte le scuole della provincia, ho chiesto se fosse possibile chiedere un part-time, ho valutato tutte le possibili soluzioni, ho cercato di tranquillizzare i miei figli e mia madre ammalata… Ho trascorso un mese da incubo. Il 9 ottobre, finalmente, vengo avvisata che si era liberata una cattedra a Tursi in seguito alle assegnazioni nella provincia di Cosenza, notoriamente in ritardo rispetto alle altre province. Vi lascio immaginare il mio stato d’animo. Aspettavo finalmente l’assegnazione che sarebbe avvenuta il giorno successivo ma mi viene detto di aspettare in quanto risultava assente il funzionario addetto alle assegnazioni. Dopo 2 giorni, per un accanimento nei miei confronti, mi viene detto che sono trascorsi i giorni utili per procedere all’assegnazione! Incredibile, è davvero difficile riuscire a comprendere come possa essere possibile. {module bannerInArticleGoogle} Le ore ci sono, le classi sono scoperte e a me non viene concesso di prendere servizio, svolgere il mio lavoro e, nello stesso tempo, riuscire ad adempiere ai miei impegni familiari. Negli anni passati le integrazioni sono sempre avvenute fino, addirittura, agli inizi di novembre! Cosa devo pensare? Che in passato, ammesso che ci fosse un termine (20 giorni dalla prima assegnazione) si derogava in base all’insegnante che bisognava “sistemare”. Eppure la pubblica amministrazione ha sempre sostenuto che le regole si rispettano ma non in modo restrittivo, soprattutto se si vuole agevolare(come, a parole,si sostiene) il rientro degli insegnanti lucani costretti a lavorare a 1000km di distanza dalla propria famiglia e dal proprio paese. A quanto pare ognuno persegue i propri interessi e quelli della propria cerchia di amicizie e questo, soprattutto quando avviene a livello dirigenziale, ci deve far riflettere. Riflettere ma anche intervenire per non consentire che il potere della pubblica amministrazione diventi un abuso di potere da parte di alcuni funzionari che esercitano le proprie funzioni in modo arbitrario, irragionevole e dannoso per l’intera collettività”.