L’intento è di mettere a punto procedimenti innovativi a basso impatto ambientale
Lego è un marchio leader nell’industria dei giocattoli. Il colosso danese ha resistito egregiamente all’avvento dell’intrattenimento digitale, ma da qualche tempo si trova a dover affrontare una nuova sfida, vale a dire quella di produrre mattoncini senza utilizzare derivati del petrolio. L’azienda per circa sessant’anni di attività ha utilizzato una tipologia di plastica a base di petrolio, nota come ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene). L’azienda già dal 2012 è alla ricerca di soluzioni valide per dire no alla plastica, il suo impegno già allora fu quello di trovare entro il 2030 delle alternative sostenibili. L’intento è di mettere a punto procedimenti innovativi a basso impatto ambientale. Lego ha stanziato 150 milioni in ricerca e sviluppo per provare a sostituire l’ABS con le bioplastiche. In questi sette anni di studi ed esperimenti i problemi non sono mancati: refrattari all’assorbimento del colore i mattoncini prodotti dal grano, troppo morbidi quelli ottenuti dal mais, fragili o inadatti all’incastro quelli ottenuti da altre materie prime “bio”. Foglie, cespugli e alberi, già dallo scorso anno, sono realizzati in plastica a base vegetale proveniente dalla canna da zucchero. “Non possiamo dire che ispiriamo e sviluppiamo i costruttori di domani se stiamo rovinando il pianeta”, le Tim Guy Brooks, capo del dipartimento per la sostenibilità ambientale di LEGO. “La sfida più ambiziosa del prossimo decennio sarà, quindi, quella di trovare il giusto equilibrio fra una coltivazione ecologicamente sostenibile e la realizzazione di materiali simili, per caratteristiche, durabilità e robustezza, a quelli utilizzati dalla seconda metà del Novecento a oggi”. Il fabbricante di giocattoli danese non ha ancora dato notizie definitive su quale sarà il materiale prescelto. {module bannerInArticleGoogle} Chissà se tra questi materiale avrà la meglio la canapa: cresce molto rapidamente, è molto prolifica, occupa meno spazio rispetto alle colture tradizionali, è biodegradabile, non è tossica e non richiede l’utilizzo di pesticidi. Punto di forza della bioplastica derivante dalla canapa è la sua resistenza, tanto che già nel 1941 Henry Ford realizzò un prototipo di automobile con una carrozzeria realizzata al 70% con materiale derivato dalla canapa. Oltre a essere biodegradabile ed estremamente redditizia, la coltivazione della canapa fornisce benefici all’ambiente anche in fase di crescita: grazie a un processo di fitorisanamento, può rimuovere dal suolo tossine e contaminanti, quali metalli, solventi e idrocarburi poliaromatici, creando terreni più sani e più fertili. Inoltre i ricercatori confermano che i campi di canapa richiedono molta meno acqua e stoccano maggiori quantitativi di CO2 rispetto ad altre coltivazioni utilizzate per la produzione di bioplastiche. Un altro fronte aperto nella rivoluzione ecologica di Lego, è rappresentato dagli imballaggi. Attualmente la maggior parte del packaging è a base di cartone o di carta riciclabile, provenienti da fonti sostenibili certificate dal Forest Stewardship Council, ma la multinazionale danese vuole anche riuscire a produrre, entro il 2025, imballaggi che non finiscano in discarica e siano totalmente riciclabili. In un mondo sempre più attento alle tematiche ambientali, che cerca nuove misure per limitare gli sprechi e i danni all’intero ecosistema, anche i vertici di grandi aziende come LEGO, che da anni promuovono valori indirizzati alla crescita del potenziale dei più piccoli, non potevano restare indifferenti a tematiche così importanti legate al futuro. La priorità dell’azienda oggi si focalizza verso il rispetto per l’ambiente e la ricerca di nuovi materiali ecologici, sostenibili e biodegradabili che contrastino l’inquinamento prodotto dalla plastica non riciclabile, così da essere, in prospettiva, anche in linea con tutte le disposizioni in materia attuali e future.