La donna si stava recando in ospedale a Potenza il 118 telefonicamente ha fornito al marito le informazioni necessarie
Partorisce in auto prima di arrivare al San Carlo di Potenza. Una famiglia di Moliterno, marito operaio specializzato in impiantistica, moglie casalinga, sposati da oltre 4 anni con un figlio nato qualche anno fa, sono gli attori principali di una storia per fortuna con lieto fine. La giovane donna di 24 anni, alla 41esima settimana di gestazione, nella mattinata presto di mercoledì scorso, 8 gennaio, avverte dei forti dolori riconducibili all’inizio del travaglio. Con il marito decidono, rapidamente, di affrontare il viaggio verso il nosocomio di Potenza dove da tempo, la donna svolgeva i controlli abitudinali. Impossibilitati a fermarsi nel centro vicino, Villa d’Agri, dove da tempo il reparto di ostetricia e ginecologia è chiuso, giunti a Brienza, dopo 47 chilometri, pare sia iniziato il travaglio che non ha impedito al marito di proseguire di qualche chilometro fino a Satriano di Lucania. Qui la corsa si è interrotta in prossimità di alcuni semafori per l’impossibilità di proseguire vista la nascita che appariva imminente. {module bannerInArticleGoogle} Nell’immediatezza, è stata chiamata l’ambulanza, (ore 7,15) e i medici, telefonicamente, hanno fornito al marito tutti i primi necessari accorgimenti e informazioni per far nascere il bambino eseguiti alla perfezione. Il neonato, di oltre 3 chili di peso, precisamente 3,990, ha finalmente visto la luce senza alcuna complicazione. All’arrivo dell’ambulanza i sanitari hanno prestato soccorso alla mamma e al neonato tagliando il cordone ombelicale e trasferendo entrambi all’ospedale San Carlo di Potenza. Al momento, Massimo, questo il nome dato al bambino, gode di buona salute. Storia a lieto fine con una circostanza che fa molto riflettere. {module bannerInArticleGoogle} Una struttura sanitaria, quella dell’ospedale “San Pio da Pietrelcina” di Villa d’Agri con la mancanza di un centro nascite già da troppo tempo e una vasta popolazione dell’area che chiede un potenziamento del presidio ospedaliero. “Nel 2020 una mamma non può rischiare la propria vita e quella del nascituro per raggiungere in un’ora l’ospedale di Potenza, quando Villa d’Agri ne chiede appena dieci minuti”. Questo il commento finale del marito della donna alla fine di questa inusuale circostanza che per un attimo ha fatto temere le vite di entrambi, mamma e bambino.