Per “Viaggio in Basilicata” sabato 22 febbraio mostra di foto d’epoca sul carnevale senisese
Riscoprire le radici del carnevale di un paese è un po’ come riportare in vita gli aspetti più genuini e autentici di quella comunità. Si sa che da sempre le famose “tre sere” dell’allegria carnevalesca rappresentano la manifestazione popolare più spensierata e libera da convenzioni e perbenismi, e questa verità a Senise è sempre stata fortemente sentita al punto che nel nostro paese non ha mai attecchito una tradizione legata a un preciso rito, come in altri paesi lucani in cui questa festa si lega a un personaggio specifico, come il Rumit di Satriano, o i Cucibocca di Montescaglioso, le maschere antropomorfe di Tricarico o i classici personaggi di Quaremma, Orso e Sposi di molti carnevali lucani.{module bannerInArticleGoogle}
A Senise il carnevale ha sempre avuto carattere di assoluta spontaneità, con travestimenti bizzarri che il più delle volte vedevano uomini travestiti da donna o da sgangherati galantuomini, con bombette e cappelli a cilindro segno di una nobiltà sbeffeggiata e derisa, o maschere della tradizione meridionale, come pulcinella, adattati alla meglio alla maniera paesana.
Un universo di umanità bizzarra che richiamava più i Saturnalia antichi che i carnevali etnometaforici degli altri paesi. Nel carnevale senisese si ravvisava di più il mondo alla rovescia delle feste dell’antica Roma che quello pensieroso e semireligioso dei processi a Carnevale che rappresentano una parodia del processo a Gesù. I senisesi preferivano di più la parodia del matrimonio, con gli uomini travestiti da donna, e quella del mondo contadino in cui vino, salame e altre vivande, venivano offerte in cambio di un motteggio allegro, di una rima o di uno stornello in dialetto. L’improvvisazione e la spontaneità è sempre la stata la cifra di questa festa a Senise, che vedeva protagonisti alcune figure locali, come Vincenzo Tricarico, detto il “pellaio”, diventato col tempo “la maschera” del carnevale di Senise, col suo volto scavato, il suo atteggiamento svagato e il suo fare istrionico che sapeva rubare una risata in qualsiasi circostanza.
Le sue foto e quelle di tanti altri, sia bambini che adulti, saranno in mostra al Museo Etnografico sabato 22 febbraio, in concomitanza con la mostra di foto artistiche di Alessia Pica e alla presentazione del libro “La guerra per il Mezzogiorno” di Carmine Pinto a cui parteciperà lo stesso autore.
[bt_taglinebox style=”top” width=”500″ font_size=”14″ text_color=”#5b5b5b” title=”LEGGI ANCHE” title_color=”#259b9a” align_center=”no” bgr_color=”#f6f6f6″]A Senise lo storico Carmine Pinto per raccontare La guerra per il Mezzogiorno[/bt_taglinebox]
Il progetto Viaggio in Basilicata, realizzato dalla nostra testata giornalistica, ci porterà dunque nel cuore del Mezzogiorno risorgimentale di Carmine Pinto, docente universitario, nel profondo dell’umanità dei lucani del dopoguerra con i loro travestimenti carnevaleschi, e nel Sud contemporaneo della giovane artista fotografa.