Il San Francesco dovrebbe ospitare 100 posti letto per malattie infettive
Il primo cittadino di Venosa, Marianna Iovanni, prende carta e penna e scrive al Presidente della giunta regionale, Vito Bardi, per avere chiarimenti sul presidio ospedaliero della propria città. Un appello sottoscritto dall’intero consiglio comunale della città venosina e sostenuto dai sindaci di del Vulture e Alto Bradano: Gerardo Petruzzelli (Atella), Pasquale Caffio (Banzi), Antonio Murano (Barile), Francesco Mastrandrea (Fiorenza), Fiorella Pompa (Ginestra), Viviana Cervellino (Genzano di Lucania), Sabino Altobello (Lavello), Livio Valvano (Melfi). Un presidio, quello di Venosa, vista la posizione strategica, che garantisce, a tutti i cittadini dell’area, la possibilità di raggiungere un luogo di cura in tempi ragionevoli.
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Una eventuale trasformazione d’uso, come nelle probabili intenzioni delle istituzioni regionali in un nuovo reparto di ‘malattie infettive’, branca medica considerata di alta specializzazione, probabilmente indebolirebbe i servizi sull’intero territorio del Vulture Alto Bradano. Certo al momento appare la capienza di 100 posti letto per il costituendo reparto, nello specifico nulla è dato sapere su eventuali posti di terapia intensiva, né posti di rianimazione, né tantomeno sulle modalità relative al reperimento di personale specializzato, che pure vi occorrono per una tale complessa struttura. “Come mai – sottolinea Marianna Iovanni – la commissione tecnico scientifica di supporto alla task force regionale non abbia piuttosto preso in considerazione una struttura come quella di Pescopagano, ad esempio, già munita di terapia intensiva e rianimazione, quale soluzione ottimale per fronteggiare l’emergenza COVID-19, senza alterare i servizi già erogati”. Un primo cittadino molto determinato su una questione che appare importante e vitale per tutto il territorio. “Vogliamo che ci siano chiarite – conclude Marianna Iovanni – le evidenze che hanno portato a sostenere, sotto il profilo tecnico, che l’ospedale San Francesco di Venosa sia idoneo ad ospitare un reparto di malattie infettive. Vogliamo di più: una delibera di giunta regionale con la quale venga chiarito il presente e il futuro dell’Ospedale San Francesco di Venosa e, in particolare, degli ambulatori del distretto venosino, del P.P.I. (punto di primo intervento) e dei reparti esistenti, anche dopo l’emergenza COVID-19”.