Conte: È la crisi più difficile dal secondo dopoguerra. Uniti ce la faremo
Tanti i governatori regionali che già nei primissimi giorni di questa emergenza condividevano la necessità di chiudere tutte le attività produttive non necessarie ed i confini regionali al fine di tutelare la salute di tutti, compresa quella dei più imprevidenti, ma la prudenza del premier all’inizio ha prevalso, portando in alcuni casi molti governatori anche a ridimensionare delle ordinanze già emanate, per alcuni tempestive ma per altri premature. Tra governo e governatori negli ultimi giorni sono scattate accuse incrociate, ma per il premier «più di così adesso non si può̀ stringere», non per attendismo, ma poiché per Conte «ogni decisione restrittiva va valutata attentamente in tutte le sue implicazioni». Un esempio? «Facile dire chiudiamo i supermercati il sabato e la domenica – ragiona Conte – ma se poi il lunedì̀ la gente si ammassa otteniamo l’effetto contrario». Sul piano interno i problemi ad oggi sono ancora più̀ grandi delle soluzioni, ma Conte è sollevato per i segnali che arrivano dall’Europa. Grande soddisfazione e sollievo si ha per la sospensione del patto di Stabilita ed è intenzione del premier quella di andare avanti con la proposta di un Bónd europeo che finanzi le spese dell’emergenza. «Si può pensare di trasformare il Mes in una sorta di fondo coronavirus – è l’idea di Conte -Tutti gli Stati potrebbero attingervi per fronteggiare gli effetti economici della pandemia».
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Intanto, dopo i nuovi dati negativi sui contagi e sui decessi e le pressioni arrivate da Regioni, sindacati e piccole imprese per una ulteriore stretta ed uno stop di tutte le attività industriali non strategiche, Giuseppe Conte nella serata di ieriha comunicato all’Italia, quasi in punta di piedi, alcune nuove restrizioniper evitare maggiormente il diffondersi del virus che dureranno dal 23 marzo fino al 3 aprile. “Questa è la sfida più difficile dal dopoguerra-premette e poi annuncia – oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo. Chiuderemo ogni attività produttiva che non sia necessaria e indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Continueranno a rimanere aperti supermercati e negozi di generi alimentari. Nessuna restrizione sui giorni di apertura, invito tutti a mantenere calma. Non creiamo code che non si giustificano. Aperte anche le farmacie, e assicurati restano i servizi bancari, assicurativi, postali e finanziari, oltre i trasporti”. Conte ha concluso la diretta invitando tutti a mantenere la calma e ad evitare gli accaparramenti: “Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo. Lo Stato c’è, lo Stato è qui – e ancora – mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere un solo anello di questa catena saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti. Uniti ce la faremo”.