Edificò sulla politica e sulla poesia un forte legame di richiamo alla terra di origine
Era il 19 aprile 1923 quando a Tricarico, centro in provincia di Matera, nasceva Rocco Scotellaro. Siamo nel 1946, a soli 23 anni diventa sindaco di Tricarico, giovane ragazzo dai forti ideali capace di affiancare la classe contadina, facendone propri i sentimenti. Definito il poeta contadino, poi il poeta della libertà contadina, la sua vita,come raccontata da molti, è stata una testimonianza di denuncia sociale, ma anche uno studio dei sentimenti e angosce dell’uomo, specialmente dei più giovani che si perdono ieri, come oggi, tra infinite alternative. Edificò sulla politica e sulla poesia un forte legame di richiamo alla terra di origine, appunto la sua Tricarico. Le pagine di storia raccontano di uno Scotellaro che compi studi quasi regolari, che rimase esaltato visitando a Roma una mostra di Picasso e che la sua forte ambizione era quella di diventare un letterato con tutte le carte in regola.
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Gran parte degli scritti e delle composizioni di Scotellaro furono pubblicate postume, anche grazie all’impegno e all’interessamento di Levi e Rossi-Doria, e valsero all’autore lucano diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Viareggio e il Premio San Pellegrino, entrambi nel 1954. L’ambito letterario in cui Scotellaro si dimostrò più prolifico fu la poesia con oltre un centinaio di composizioni. Fu autore anche di un romanzo, L’uva puttanella, un’inchiesta, Contadini del sud, con prefazione di Manlio Rossi-Doria, alcuni racconti sparsi in riviste, un’opera teatrale, “Giovani soli” e diversi racconti, raccolti nell’opera “Uno si distrae al bivio”. Morì per un infarto il 15 dicembre 1953, a soli trent’anni, tre anni dopo l’ingiusto arresto per un presunto delitto di concussione, che lo costrinse al carcere per 45 giorni, da cui venne infine prosciolto. Ipensieri, il grande impegno sociale e politico, gli scritti e le tante poesie restano come testimonianza di un uomo di grande spessore culturale di questa nostra terra di Lucania. Bella quella frase di una delle sue tante poesie, “la terra mi tiene”, 1942: “Sradicarmi? la terra mi tiene e la tempesta se viene, mi trova pronto”. Il suo impegno culturale è un’anima senza tempo; come ha detto qualcuno:un cantiere permanente per la costruzione di storie e azioni presenti e future.