Per superare queste evidenti criticità stipulato un accordo di collaborazione con l’Università degli Studi di Basilicata
Gli operatori della piccola pesca artigianale lucana fanno sentire la loro voce.La categoria vuole essere presente al momento della ripartenza ma sono necessarie le infrastrutture per le proprie attività: un molo dove ormeggiare o un porto dove sia concesso l’esercizio del lavoro rappresentano un tema nevralgico dal quale passa il futuro del settore. Le due infrastrutture portuali esistenti sulla costa ionica lucana, Porto degli Argonauti a Pisticci e Marinagri a Policoro, sono infrastrutture di tipo turistico, dedicate alla nautica da diporto, presso le quali non è consentito l’approdo e l’esercizio delle attività ai pescatori professionisti operanti sulla costa. Per superare queste evidenti criticità la società consortile FLAG Coast to Coast del settore, nel dicembre 2019 ha stipulato un accordo di collaborazione con la scuola di ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata individuando nella persona del Prof. Ing. Michele Greco il responsabile scientifico delle attività di studio e ricerca.
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L’accordo ha come oggetto lo studio idraulico e morfo dinamico del paraggio ionico lucano per la realizzazione di approdi per i pescatori professionisti. La SI-UNIBAS, diretta dal prof. Ignazio M. Mancini, sarà impegnata, nel corso del 2020, per conto del FLAG Coast to Coast, nello studio di un Masterplan che ipotizzi un porto canale – darsena/approdo per i pescatori nel litorale metapontino e di adeguate strutture per la raccolta ed il riciclo di scarti e rifiuti marini, ai sensi dell’articolo 158 – del D.Lgs. 50/2016. “La piccola pesca artigianale occupa – chiarisce Nicola Mastromarino – presidente della società consortile FLAG Coast to Coast, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – nel mondo una posizione strategica proprio per la tipologia di attività che è rispettosa dell’ambiente marino in quanto praticata in maniera sostenibile. Purtroppo nella nostra regione tale attività non è mai stata degnamente considerata in quanto mai si sono attivati processi di sviluppo del comparto”. L’occasione della ripartenza è stato motivo accordi con l’Università di Basilicata. “Un accordo necessario – sottolinea Nicola Mastromarino -la mancanza di una infrastruttura dedicata agli operatori del settore condiziona fortemente l’attività degli stessi riducendo fortemente nell’arco dell’anno i periodi di pesca. Il Flag Coast to Coast che è il gruppo di azione locale per la promozione della pesca in sinergia con l’ADG dei fondi Feamp della Regione Basilicata sta cercando di costruire un percorso virtuoso per lo sviluppo del settore”. Nell’atto di costituzione della sua società consortile le finalità sono anche quella della promozione di nuovi prodotti, processi e servizi che includono specificità locali. Valorizzare risorse naturali, culturali, tradizioni popolari e marine. “Certo è cosi – conclude Nicola Mastromarino – in particolare il comparto della pesca in Basilicata non ha mai avuto un vero ruolo socio-economico. Un comparto custode di un antico mestiere con le sue tradizioni e con la sua cultura del rispetto dell’elemento mare. L’emergenza sanitaria deve necessariamente farci riflettere sui processi evolutivi e deve riportare la società moderna sulla riva del mare.