Si tratta di prefabbricati modulari per esigenze sanitarie, nell’insieme dovrebbero ospitare 500 posti letto
È passato quasi un mese dall’annuncio della donazione, da parte del Qatar degli ospedali da campo per l’emergenza coronavirus, mai lavori per la costruzione non sono ancora partiti. Come si sa si tratta di prefabbricati modulari per esigenze sanitarie, nell’insieme dovrebbero ospitare 500 posti letto. Per ora le tende giacciono da oltre due settimane nel deposito della fiera di Tito Scalo in attesa di essere montate. Si prevedono ancora altre settimane perché i due ospedali di campo possano prendere forme nei siti previsti dalla giunta regionale: il primo a Potenza avanti al San Carlo, il secondo nell’area adiacente al nosocomio Madonna delle Grazie di Matera. La piena funzionalità, probabilmente, si prevede per metà giugno quando finalmente potranno essere alloggiati soli malati da covid -19.
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Queste le indicazioni formulate dalla protezione civile, in particolare dall’ingegnere Guido Loperte del dipartimento infrastrutture e mobilità della Regione Basilicata, che sta seguendo l’iter procedurale per il completo allestimento. Rispetto all’altra struttura allocata a Schiavonia, in Veneto, in fase di completamento, in Basilicata si registrano dei ritardi notevoli frutto, soprattutto, dall’iniziale fase di incertezza su dove piazzare la tenda. Dopo le polemiche di Policoro alla fine l’esecutivo regionale decise di allocare il tutto a Potenza e Matera pur superando, anche, i notevoli problemi strutturali non presenti in Veneto. In particolare, la protezione civile, indica che per costruire il campo sarà necessario procedere a degli sbancamenti di terreno. In ogni caso la regione Basilicata, a differenza del Veneto, è quella di predisporre degli allacciamenti di luce, acqua, fognatura in modo che le aree interessate possano rimanere, per il futuro, luoghi attrezzate per eventuali altre emergenze. Mentre i militari del genio pioniere resta in attesa dell’ordine di poter montare la struttura, il Qatar si è reso disponibili a donare tutti gli apparecchi sanitari necessari per dare funzionalità agli ospedali.