Ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale “San Carlo” di Potenza è deceduto dopo tredici giorni
È passato un mese da quando il campione lucano Donato Sabia è deceduto a causa del coronavirus. Ricoverato la sera di giovedì 26 marzo nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale “San Carlo” di Potenza, dopo aver avuto per diversi giorni la febbre alta ed esser risultato positivo al tampone, la mattina dell’8 aprile, ben tredici giorni dopo, il suo cuore ha cessato di battere all’età di 57 anni.
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Mezzofondista azzurro, medaglia d’oro agli Europei indoor di Göteborg nel 1984 e per quasi trent’anni detentore del record mondiale sui 500 metri, Donato Sabia presidente del comitato regionale Fidal della Basilicata, corse per un anno al fianco di Pietro Mennea raggiungendo importanti traguardi come i titoli italiani nei 400 e negli 800 metri e la partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles e Seul, quinto nella finale della staffetta 4×400 al Campionati mondiali di atletica leggera che si svolsero a Helsinki nel 1983.
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Da tutti i lucani ricordato come un talento straordinario,un animo gentile. “Una persona a cui non si poteva non voler bene”, furono le parole del presidente nazionale della FIDAL Alfio Giomi nel triste momento. Un uomo, un atleta che ha segnato un’epoca, quella dell’atletica leggera che iniziava a diventare spettacolo sulla spinta del presidentissimo mondiale Primo Nebiolo. Nella sua bacheca c’è una medaglia che spicca più delle altre, quella d’oro vinta agli Europei al coperto: era il 4 marzo del 1984 allo Scandinavium di Goeteborg. L’azzurro vinse in 1’48”05 in volata sul francese André Lavie e il britannico Phil Norgate. Un lucano di eccellenza da ricordare per non dimenticare.