Dopo le sollecitazioni dell’assessore Leone. Sull’argomento anche la nota trasmissione de Le Iene
«Le dottoresse si stavano attenendo a precise disposizioni sanitarie che vietano, ai medici della Guardia medica, la prescrizione di ricette in caso di cure croniche». Il video dell’anziano di 90 che si è rivolto alla guardia medica per avere una ricetta medica è diventato virale. L’anziano si è messo a piangere dopo un rifiuto perentorio e poco educato della prestazione richiesta da parte dei medici del presidio, ma quando quest’ultimi hanno realizzato la reazione del novantenne e di essere stati ripresi da un’altra persona in attesa, l’anziano è stato invitato ad accomodarsi all’interno della struttura. “Ero lì ad aspettare perché necessitavo di un controllo – commenta Ayoub Qouchairi sul video da lui girato e postato su Facebook – Davanti a me c’era questo povero anziano di 90 anni che chiedeva la prescrizione delle sue medicine in quanto il suo medico curante non era presente.
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Non gli davano retta. Anzi lo trattavano come un cane”. Dell’episodio, diffuso in modo virale tramite i social e divenuto noto anche attraverso il programma televisivo Le Iene, è venuto subito a conoscenza anche l’assessore regionale alla Salute Rocco Leone, il quale ha subito annunciato indagini accurate ed eventuali severe sanzioni. «In merito allo spiacevole episodio successo alla guardia medica di Villalongo a Matera – dichiara Leone – mi impegnerò affinché questi soggetti abbiano la punizione più severa possibile». Gli accertamenti prontamente avviati confermeranno cosa è accaduto prima e dopo il video incriminante. Sull’episodio si è espresso il presidente dell’Ordine dei medici, Severino Montemurro.
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«Sono rammaricato che la nostra professione venga giudicata da comportamenti non consoni alla nostra attività. Bisogna considerare che il medico si trova in una condizione tale che vede da un lato il cittadino che necessita di cure e dall’altra la struttura sanitaria che non mette nelle condizioni i medici di lavorare con serenità e in sicurezza. Sicuramente i toni e l’atteggiamento sono sindacabili ma, è pur vero che le dottoresse si stavano attenendo a precise disposizioni sanitarie che vietano, ai medici della Guardia medica, la prescrizione di ricette in caso di cure croniche». L’Ordine si è preso ad ogni modo l’impegno di accertare lo stato dei fatti «salvaguardando la professionalità dei colleghi, la cura dei cittadini, con l’invito di evitare commenti fuori posto senza conoscere la reale situazione in cui la classe medica lavora soprattutto in questo periodo, considerando che molto sono stati contagiati da Covid-19 e, addirittura, 176 hanno perso la vita».