Un culto quello della cittadina termale che le pagine di storia fanno risalire al XVIII sec.
Martedì 1 settembre Latronico, centro in provincia di Potenza, è in preghiera con il suo santo protettore Sant’Egidio Abate. Una fede, nei confronti del santo protettore, potremo definirla sconfinata. Non si può parlare della religiosità del popolo latronichese senza parlare del culto che questo popolo ha verso il suo patrono, Sant’ Egidio Abate, che di questa religiosità è fondamento. Il Santo è una presenza costante e tangibile nella storia e nella vita di Latronico e del latronichese. Intorno ad esso si esprime l’identità e l’unità di questo popolo. Gli scritti, i racconti, le parole della gente del luogo hanno portato ad asserire che Sant’Egidio Abate è Latronico, e che Latronico è Sant’Egidio Abate, per sottolineare il solido legame che intercorre tra i due. Un culto che le pagine di storia fanno risalire al XVIII sec., con un legame che si è rafforzato quando pochi anni dopo la dedicazione di Latronico al santo ha avuto origine un fenomeno che ha reso Latronico ed il suo protettore famosi in tutta la regione Basilicata.
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Stiamo parlando fenomeno prodigioso della “Santa Manna”, verificatosi all’interno della basilica pontificia minore a lui dedicata: da un affresco della chiesa, intitolato “la cerva”, che raffigura l’incontro del santo con il re WABA, sovrano d’Africa, fuoriesce, in uno o più venerdì di marzo il famigerato liquido, simile alle lacrime di un bambino innocente, dalle analisi condotte in laboratorio, di un colore simile a quello dell’ambra, chiamato “Manna”. Nel corso del tempo a questo prodigio è stato assegnato anche un valore superstizioso: se il prodigio non si verifica Latronico dovrebbe attendere tempi duri e sciagure. Naturalmente, il culto non si svolge soltanto per quanto riguarda la manna, ma anche giorno dopo giorno, attraverso la preghiera quotidiana. In particolare dobbiamo menzionare i giorni della novena, particolarmente sentiti dalla popolazione, che preparano i fedeli ai festeggiamenti del 1 settembre. Dal religioso al profano, la festa con l’allestimento del mercato, l’invito a partecipare ai festeggiamenti rivolto ad un cantante, che allieta la sera del giorno della festa, ed anche un palio rionale che coinvolge i rioni del paese.
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Una comunità dove la religiosità è un sentimento semplice, naturale, intriso di quel giusto senso di paura e di profondo mistero. Quando si arriva a Latronico si entra nella piazza e li si avverte la presenza del suo santo protettore, nelle parole degli anziani, dei meno giovani e dei bambini che scappano e giocano tra i vicoli. Qualcuno ancora all’interno di una camicia nasconde, legate con una spingule francese, una foto del santo protettore di questa semplice gente di Lucania. Una religiosità di vita fondamento della propria quotidianità che ho potuto ammirare nel vedere persone che entrando nella Chiesa Madre prima si recano all’altare del Santo protettore e poi all’altare del Santissimo. Cercando spiegazioni ho capito. Lo fanno non perché si abbia meno devozione per il Signore ma perché è innata, anche se non la si sa spiegare. Questa è Latronico la comunità del detto: “pigliatela con il Padreterno ma lascia stare Sant’ Egidio”.