Fermo in Giunta l’atto finale da inviare a Roma per il completamento della struttura
Fermo in regione, precisamente in Giunta, il progetto di” Città della Pace”. Un sistema di accoglienza che Betty Williams, attivista nordirlandese, premio Nobel per la Pace nel 1976, aveva avviato in Basilicata a partire da Scanzano jonico. Fu proprio la cofondatrice della Community of Peace People, un’organizzazione che si batteva per una soluzione pacifica della questione dell’Irlanda del Nord, a sostenere un utilizzo alternativo di quel territorio, altri avrebbero invece voluto destinare a cimitero per rifiuti nucleari. Una struttura dove poter accogliere persone che hanno subito persecuzioni o temono di subirne a causa della loro etnia, religione, nazionalità, ma non solo, anche migranti stagionali. Al momento tutto è fermo, nessun operario, rumore, gru, nessun lavoro in corso, eppure la delibera comunale del comune di Scanzano, approvata nell’aprile scorso, ha messo a disposizione le risorse per completare la struttura e la regione la impieghi come stabilito come centro di accoglienza per un centinaio di migranti stagionali.
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Una struttura iniziata all’incirca sei anni fa, dove sono stati spesi circa 2 milioni di euro del programma operativo nazionale legalità 2014-2020, e altri due milioni e mezzo dell’ente regionale (atto di partenariato con la regione Basilicata sottoscritto in data 23 aprile 2020). La regione Basilicata dopo uno studio di fattibilità nel 2004, nel 2007 finanziò con un Accordo di Programma Quadro, la realizzazione dell’intervento denominato “Realizzazione della Città per la Pace in Basilicata”. Nel settembre 2009 vennero stipulate le convenzioni con il Comune di Sant’Arcangelo e di Scanzano Jonico per la realizzazione delle infrastrutture necessarie all’accoglienza e si è proceduto all’appalto dei lavori. In Giunta regionale è fermo il provvedimento definitivo da inviare al Ministero competente per la relativa approvazione che permetterebbe di eseguire l’ultimo steep per il completamento.
Una struttura che fin dalla nascita, ha visto la nascita di una forte polemica sulla destinazione d’uso: chi per riconvertila in un centro per migranti impegnati nella raccolta nei campi del Metapontino (mediamente nel metapontino arrivano ben diciotto mila persone di cui all’incirca il 60 per cento sono migranti destinata all’agricoltura del territorio), chi per l’uso a cui era stata destinata nel progetto orinario. L’eredità morale lasciata da Williams.