“La volontà era di un centro di eccellenza per la formazione in campo agricolo e turistico”
Sulla questione e le dichiarazioni seguite negli ultimi giorni relative al centro di prima accoglienza per 150 migranti da realizzarsi a Scanzano jonico presso la Città della Pace, interviene l’ex sindaco di Scanzano Jonico, Raffaello Ripoli. “Non ci sto a fare il capro espiatorio di Quarto e Cariello – esordisce Raffaele Ripoli, ex sindaco di Scanzano Jonico raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – anche perché troppe volte la giunta da me guidata ha pagato colpe e responsabilità altrui. Le dichiarazioni dei due consiglieri regionali inducono a credere che la costruzione del centro di prima accoglienza per 150 migranti, sia frutto della volontà del comune di Scanzano Jonico, così non è. Il progetto di fattibilità tecnico ed economica del 2018 redatto dall’Ente Comunale legittimato a tanto, a firma dell’allora dirigente dell’ufficio tecnico Comunale Arch. Iannuzziello, fu caldeggiato per essere presentato e candidato a finanziamento nell’ambito del Pon legalità 2014/2020 proprio perché la destinazione di quell’immobile sin dalla sua nascita è stata, per l’appunto e per statuto della fondazione Città della Pace, l’accoglienza di famiglie di rifugiati e bambini orfani che fuggono da guerre e persecuzioni”.
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Un cercare un finanziamento per completare la struttura di Terzo Cavone. “In difetto, sarebbe sempre rimasta un ecomostro – sottolinea Raffaello Ripoli – ed una eterna incompiuta che non era stata certamente voluta da me e dalla mia Giunta, ma dalla precedente Amministrazione”. Da chiarire i termini progettazione tecnica del comune di Scanzano Jonico e come utilizzare la struttura. “Per questo – continua Raffaello Ripoli – i consiglieri regionali in questione indichino un solo atto comunale dell’Amministrazione Ripoli dove viene detto che in quella struttura sarebbe stato realizzato un centro di prima accoglienza per 150 migranti. Gli unici atti consumati dalla Amministrazione Ripoli, relativi alla città della Pace, riguardano la ultimazione dei lavori della struttura, dell’immobile, del “contenitore”, ma giammai del contenuto, anche perché le competenze progettuali contenutistiche su come utilizzare quella struttura appartengono ad altri”. Una struttura di accoglienza, perché non una struttura di eccellenza per la formazione di prodotti del territorio pare che in passato se ne era parlato.
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“Proprio cosi – conclude Raffaello Ripoli – in passato all’epoca della giunta Pittella vi erano state delle interlocuzioni tra il Comune, la Regione e la Fondazione Città della Pace, su come utilizzare la struttura di Terzo Cavone una volta ultimati i lavori, grazie al finanziamento Pon legalità. Nel corso di dette interlocuzioni era emersa, innanzitutto, la ferma opposizione da parte del Comune ad una struttura di prima accoglienza, bensì un centro di eccellenza per la formazione in campo agricolo e turistico, realizzato con il coinvolgimento, e l’apporto delle competenze di organismi e personalità di eccellenza (FAO, Unibas, il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, etc.) per far nascere iniziative autoimprenditoriali qualificate per giovani italiani ed immigrati, favorendone l’integrazione. Questi i fatti, leggere ora le dichiarazioni fatte dai due Consiglieri Regionali desta un sentimento misto di stupore e sconcerto”.