Il comune di Forenza fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio
Vi siete mai affacciati da una terrazza di 836 metri? Un’esperienza da fare nel borgo di Fiorenza, piccolo centro in provincia di Potenza. Da un affaccio definito il “balcone delle Puglie” potrete scorgere il Tavoliere pugliese fino al Gargano e il monte Vulture. Naturalmente, nelle giornate autunnali o invernali bisogna coprirsi bene, il clima freddo con le nevicate al seguito vi costringeranno a una copertura completa, ma ne vale la pena per lo spettacolo che si presenta tanto da scaldare il cuore e la mente. Secondo fonti storiche, il nome del comune deriva da Forentum, antico sito di origine sannita citato da Orazio, Livio, Diodoro Siculo e Plinio il Vecchio. Tuttavia, l’attuale centro abitato di Forenza non è quello a cui si riferiscono questi antichi scrittori, essendo sorto in un luogo poco distante dall’antico sito. Forentum era una colonia sannita che poi cadde sotto il dominio romano ad opera di Fabio Massimo. Allora era ubicata su una via obbligata, che collegava Venusia a Bantia ed Acheruntia, zona oggi detta San Martino. Diverse le dominazioni: prima la dominazione bizantina e poi longobarda, venendo inclusa nel “Gastaldato di Acerenza”, in seguito divenne feudo dell’impero normanno e poi fu dominata dagli angioini, che ne apportarono modifiche strutturali.
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Gli angioini affidarono Forenza al principe Giovanni Caracciolo e successivamente gli Asburgo la concedettero alla famiglia Doria, signori di Melfi. Il 14 febbraio 1892 ci fu una rivolta contadina per protestare contro la tassa della famiglia (la tassa “foci”) ed il comune registrò vari disordini, con il municipio che venne dato alle fiamme. Allora il governo piemontese spedì un battaglione di bersaglieri per soffocare la rivolta, che pose il quartier generale nel palazzo di Tufaroli, e numerosi contadini vennero uccisi. Dopo la seconda guerra mondiale, Forenza subì un forte fenomeno migratorio, vedendo la sua popolazione diminuire di circa tremila abitanti fino alle soglie del 2010, al 31 dicembre 2019 i presenti nel borgo sono 1959. Il comune fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, ente senza fini di lucro, nato nel 1994 per promuovere l’olio extravergine d’oliva. Inoltre i suoi territori sono produttori anche dell’Aglianico del Vulture, riconosciuto DOC nel 1971. Attività tradizionali sono quelle artigianali, legate alla cultura contadina e pastorale, in particolare la lavorazione del legno finalizzata sia alla produzione di mobili sia di oggetti casalinghi, oltreché per l’intaglio a fini artistici, che la fa da padrone.
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La gastronomia locale non ha niente da invidiare agli altri borghi. Quando si viene in questo borgo bisogna chiedere un piatto di maccheroni con salsa di peperoni, fatta con panna, pepe nero e provolone piccante. Se poi volete insistere una bella minestra di funghi e patate può rendere felice il crepuscolo. Qui non manca la frittata di lampascioni: uova, pecorino, sale e pepe da versare sui lampascioni, cuocete a fuoco moderato e servire ben calda.Tra i buonissimi dolci c’è la pizzacannella, biscotti tipo mostaccioli a pasta morbida ottenuti da un impasto composto da farina, zucchero, uova, cannella, cacao, mandorle, cotte al forno e possono essere ricoperte anche con la glassa bianca o di cioccolato. Prodotto tipicamente natalizio. C’è un proverbio africano che dice:“ciò che non hai mai visto lo trovi dove non sei mai stato”.Succede questo quando si va via da Forenza.