I resti fossili furono rinvenuti nel 2006 sulle sponde della diga di San Giuliano
Al via il restauro della Balena “Giuliana”. A quattordici anni dalla sua scoperta, era il 2006, sulle sponde dell’omonima diga, a pochi chilometri da Matera, parte l’operazione di restauro. Dopo una lunga attesa per curiosi e appassionati di paleontologia desiderosi di ammirarla, grazie al finanziamento del comune di Matera (complessivamente la somma impegnata è pari a 200 mila euro), un accordo tra la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Basilicata, l’Istituto centrale del restauro di Roma (Icr) e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, guidati dal professore Giovanni Bianucci, si potrà conseguire l’obiettivo della conservazione, il restauro e la sua valorizzazione. Il cetaceo dell’era Pleistocene (Il primo dei due periodi geologici caratterizzato dalla comparsa dell’uomo e dal grande sviluppo dei ghiacciai), con i suoi oltre ventisei metri di lunghezza, oltre centro cinquanta tonnellate, potrà abbandonare le casse che attualmente lo custodiscono per essere consolidato.
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Le attività saranno svolte sotto il diretto controllo della Soprintendenza e dell’Icr che dovranno lo stato attuale di conservazione del bene per avviare le azioni del restauro. Dopo si passerà alla fase di promozione e di valorizzazione della balena, con l’apporto del giornalista e divulgatore scientifico Renato Sartini. Un reperto archeologico che ridisegna l’evoluzione del gigantesco estremo delle Balene, dimostrando che il vertiginoso aumento delle loro dimensioni sia iniziato, presumibilmente quasi quindici milioni di anni fa. Un importante notizia per la città di Matera e del suo museo nazionale che, dopo un lungo iter burocratico, avviato nel 2018, nelle prossime settimane si potrà iniziare a lavorare per raccontarne la storia e renderne fruibili i reperti, che arricchiranno l’offerta del neonato Museo Nazionale di Matera.