Problematiche che si aggiungono alla grave perdita durante i mesi di lockdown
Un clima non favorevole e l’aumento improvviso delle temperature hanno determinato degli effetti negativi per il famoso Peperone Igp di Senise, che quest’anno dovrà vedersela con un calo produttivo che sfiorerà il 50%. Numeri preoccupanti per l’oro rosso lucano che ormai è conosciuto il tutto il mondo per la sua squisitezza. Di seguito un articolo pubblicato su freshplaza.it
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“A determinare la riduzione dei quantitativi è stato l’andamento climatico, con abbondanti piogge e temperature sotto la media nei mesi dei trapianti e caldo torrido e umido da fine luglio a metà settembre. Condizioni, queste, che hanno visto il diffondersi di fitopatologie e l’aumento di prodotto non ideale all’essiccazione e, di conseguenza, alla realizzazione delle collane di peperoni cruschi”. A spiegarlo è Enrico Fanelli, presidente del Consorzio di Tutela del Peperone Igp di Senise. “Pertanto, per la campagna commerciale 2020/21 avremo meno volumi disponibili e un rincaro delle quotazioni, già stimato intorno al 20%.
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Problematiche che si aggiungono alla grave perdita che le nostre aziende associate hanno dovuto subire durante i mesi di lockdown. Reduci dai mancati introiti, infatti, le imprese certificate quest’anno sono inferiori rispetto alle altre stagioni, sia per la presenza di molto prodotto invenduto a causa della chiusura sia per l’incertezza sul prolungarsi dell’emergenza sanitaria nei mesi invernali”. “I consorzi di tutela necessitano di essere sostenuti con interventi mirati da parte degli organi preposti. Per il peperone di Senise, ad esempio, bisogna cercare di invogliare giovani e vecchi agricoltori a coltivare prodotto certificato, così da ottenere maggiori ricavi e più credibilità da parte di player. Occorre aumentare la superficie investita, proprio perché il mercato lo richiede. Per ora, siamo fiduciosi e siamo sulla buona strada. Gli ordini sono stabili, ma molte aziende dovranno rivedere al ribasso il fatturato del 2020”.