Un libro di verità su un periodo storico ancora da chiarire
Diceva lo scrittore e giornalista britannico George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair: in tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. “Prime prove di democrazia nel salernitano- Montesano sulla Marcellana e il sindaco Giuseppe Cardinale”, edizione centro culturale studi storici, è un libro che appare rivoluzionario. Le riflessioni dei quattro autori, Giuseppe Aromando, Regaliano Tommasoni, Antonio Cardinale e Francesco Vannata sono legate ad un interrogativo formulato, nella prefazione, dal professore Gaetano Pecora: serve davvero la storia locale? Alla fine della lettura delle duecento settantadue pagine non si può non condividere lo stesso professore Pecora che dice: “a patto che le ricerche delle nostre terre non si rattrappiscano in pettegola curiosità campanilistica e non ripieghino su notiziole erudite che sfiancano la mente senza mai sollevarla ai problemi più larghi che percuotono l’umanità”.Un avvincente percorso, che a partire da Montesano sulla Marcellana coinvolge tutto il Sud della provincia di Salerno. Con una documentazione dettagliata, precisa, gli autori, ognuno nello specifico argomento trattato, contribuiscono a dare un quadro nuovo, più chiaro, sul ventennio nel Sud fino al fatidico 8 settembre 1943 per poi proseguire fino alla ricostruzione dello Stato e alla lotta al nazifascismo.
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Nel volume sono descritte le adesioni e i rifiuti del popolo e delle istituzioni al PNF prima e al nazifascismo poi. Non mancano i nomi e l’attività sovversiva e/o di resistenza svolta dai valligiani sia in loco sia in altri luoghi italiani.Un libro ispirato, da Antonio Cardinale, figlio di Giuseppe Cardinale, detto Peppino, che diventò Sindaco di Montesano sulla Marcellana quasi per caso nel Sud liberato. Un libro che ha un obiettivo principe: quello di voler ricostruire la memoria storica dettata appunto, come dice nelle pagine introduttive del suo capitolo “il salernitano dall’insediamento del Fascismo alla Liberazione”, Giuseppe Aromando: per una rinnovata conoscenza dei fatti verificatesi immediatamente dopo la firma dell’armistizio italo-anglo-americano”. Un libro semplice, scorrevole nella lettura che in certi tratti affascina nel racconto, incuriosisce il lettore per le sorprese e conferme di dati e circostanze storiche. Sono pagine in cui si racconta di prime timide prove di democrazia messe in atto a Montesano dal sindaco Giuseppe Cardinale o a Sanza da Tommaso Ciorciari. Ci sono le pagine di Regaliano Tommasoni, “Il vallo di Diano durante il fascismo e dopol’8settembre 1943”, la guerra e la fame e il racconto dei confinati politici, oppositori al regime come il professore Corti, professore di anatomia comparata all’Università di Torino, frequentatore abituale del mercato di Sala Consilina.
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Centrali risultano essere le pagine di Antonio Cardinale che raccontano del padre Giuseppe Sindaco all’alba di timidi momenti di democrazia alla ricerca di un nuovo modello di amministrazione.Infine, ma non da ultimo, le pagine di Francesco Vannata, zeppo di dati, fotografie per raccontare la vita sociale degli adulti, dei giovani i ragazzi e la scuola durante il ventennio. La migrazione per finire al referendum istituzionale del 1946 dove proprio in questi luoghi si manifestò la piena fedeltà alla monarchia. Tutt’ora presente nella mente e nell’animo della gente di questi posti. Un libro da leggere perché forte è il messaggio presente in queste pagine riassunto nella figura di un grande sindaco di questo posto, appunto Giuseppe Cardinale. Il figlio Antonio scrive: per tutta la vita si prefisse di aiutare sia i figli che i suoi studenti a sviluppare un rigoroso senso del dovere, nella convinzione che il riscatto delle classi subalterne dovesse avvenire attraverso la cultura e l’impegno. Stimolava i giovani a non accontentarsi dei risultati ottenuti ponendosi mete sempre più ambiziose.”. Un libro che vuole recuperare valori essenziali, come il senso del dovere, lo spirito di sacrificio che possono sembrare valori tramontati in una società globalizzata ma che restano elementi importanti per un nuovo rinascimento sociale civile.