Mancano ancora le infrastrutture di base con la mancanza del pavimento
Le previsioni erano che i lavori di completamento terminassero ad ottobre, cosi nelle intenzioni dell’assessore regionale alla sanità Rocco Luigi Leone. Al momento, però, mancano le dotazioni sanitarie, le infrastrutture di base a partire dallo stesso pavimento. L’ospedale da campo, donato dal Qatar, per pazienti Covid e predisposto sul terreno di proprietà del nosocomio lucano aveva visto i lavori di allestimento iniziare a fine maggio, in piena emergenza sanitaria con l’importante, contributo dei militari dell’Esercito italiano, che hanno montato rapidamente i moduli donati dal Qatar, ma anche degli uomini di Protezione civile, Acquedotto lucano ed Enel per le attività di rispettiva competenza. Una struttura per tutte le emergenze appunto il probabile ritorno del coronavirus che nelle ultime settimane ha visto la curva dei contagi in lieve rialzo; un presidio di supporto all’emergenza presente e futura.
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Al momento rimangono tre mega tendoni in modalità “scheletro con la coperta”, tre tende, due fornite di pannelli che dovrebbero essere le pareti e la terza con pareti a tendaggio scorrevole. Cosa da verificare è che, secondo tecnici ed esperti, il tetto non potrebbe sopportare il carico di neve che spesso interessa la città in inverno. Per rinforzarlo occorrerebbe 1 milione di euro. Intanto sono stati spesi all’incirca 300 mila euro di soldi pubblici. Resta appesa, senza risposta, l’interrogazione dei consiglieri regionali Mario Polese e Luca Braia, rivolta al presidente Bardi e alla Giunta regionale, protocollata con numero 2651 con cui si chiede di sapere “l’effettivo utilizzo e potenziale in futuro dell’ospedale da campo donato dal Qatar” e soprattutto “le caratteristiche tecnologiche” degli strumenti sanitari da utilizzare all’interno della struttura.