Il sindaco Soranno: “procedura attivata non comportava una rapidità di esecuzione dei lavori”
Bloccato dalla nuova amministrazione comunale il bando di gara per bonifica della discarica di Salandra, comune in provincia di Matera: un sito dalla storia trentennale che ora necessita di lavori urgenti. Il bando avviato dalla precedente amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Gianfranco Tubito, bloccato dal neo primo cittadino Giuseppe Soranno. Tra il 1992 e il 2015, il sito in località “piano del governo”, prima di gestione pubblica e poi diventato privato, in passato aveva accettato oltre 240 mila metri cubi di rifiuti producendo la fuoriuscita di percolato, liquido prodotto dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti e dalla decomposizione degli stessi con grave danno all’ambiente del territorio. Circostanza questa che fu rilevata, nel maggio 2018, dalla stazione dei carabinieri forestali di Salandra che provvidero a sequestrare un’area di circa 400 metri quadrati all’interno della stessa discarica di rifiuti non pericolosi e denunciare il sindaco della cittadina. In quell’occasione i militari accertarono anche che la fuoriuscita di percolato dalla vasca di raccolta e dal terreno circostante confluiva, in maniera incontrollata verso il compluvio naturale sfociante nel torrente “Gruso”.
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Il bando per i lavori di copertura della discarica, per un costo di oltre 3 milioni di euro (per la precisione 3.054.579,10) che per il prossimo 21 ottobre era prevista la procedura di conclusione della gara e l’inizio dei lavori bloccato, da un provvedimento di autotutela, lo scorso 5 ottobre dalla nuova amministrazione. “Il 23 settembre scorso – ha sottolineato Giuseppe Soranno, neo sindaco di Salandra – abbiamo verificato questa pubblicazione di gara e ci siamo accorti che la procedura attivata non comportava una rapidità di esecuzione dei lavori. Per questo motivo abbiamo ritenuto, prima di tutto, convocare il progettista per poi intervenire secondo l’ultimo decreto in materia che ci permette di chiudere la procedura entro sessanta giorni”. Insomma per la nuova amministrazione pare che il bando di gara come impostato non è convincente, tempi troppo lunghi e una serie di incongruenze che avrebbero potuto causare nuovi contenziosi. A Salandra, in ogni caso una cosa è certa: la discarica è ancora lì e a cielo aperto.