Il sindaco Iovanni: “la decisione sarà presa di concerto con le associazioni di categoria”
Il comitato venosino “Natura e Libertà”, con il suo presidente, Angelo Dichirico, insieme a numerose associazioni di categoria del settore agricolo, artigianale e commerciale, scrivono al sindaco, Marianna Iovanni chiedendo di rinviare qualsiasi decisione di adesione al Parco del Vulture. I sottoscrittori precisano: “l’eventuale adesione al Parco, comporterebbe limitazioni nell’agricoltura ma anche nell’esercizio dei diritti legati alla proprietà privata”. Il Parco Naturale Regionale del Vulture, costituito nel novembre 2017, è un’area protetta di ben 6518 ettari, destinata, ai territori comunali di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte e San Fele, di 6.518 ettari e le intenzioni, pare, siano quelle di estendere il parco a tutto il territorio dei paesi aderenti per complessivi, 57.496 ettari. “Davvero una scelta malsana, considerato che, se avessero destinato il Parco al solo sito del Monte Vulture, per la presenza di aree lacuali, di ecosistemi più o meno intatti per formazione geologica, geomorfologica, biologica e valori naturalistici, di rilievo nazionale ed internazionale oggi, godremmo di un’eccellenza di caratura nazionale”.
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Cosi ancora i sottoscrittori della missiva al primo cittadino di Venosa. Ma il primo cittadino non ci sta. “L’intero consiglio comunale – sottolinea Marianna Iovanni, sindaco di Venosa, raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione – ha deliberato lo scorso 22 settembre in merito al percorso da condividere con l’intera comunità, per valutare l’eventuale adesione di Venosa al Parco del Vulture. Abbiamo organizzato un primo incontro on line, il prossimo 10 novembre, con tecnici della Regione e associazioni di categoria, per chiarire ogni dubbio sollevato dal comitato”. L’adesione al parco del Vulture possa rappresentare probabilmente importanti benefici per l’intero territorio.
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“Crediamo che il Parco possa tutelare – aggiunge Marianna Iovanni – il nostro territorio in primis da un punto di vista ambientale, in particolar modo dall’eolico selvaggio e anche da quel preoccupante permesso di ricerca idrocarburi (progetto Palazzo)”. In ogni caso il primo cittadino è decisa e consapevole del risultato positivo che porterà alla comunità. “In ogni caso – conclude Marianna Iovanni – la decisione sarà presa di concerto con le associazioni di categoria”. Il primo 10 novembre sapremo con certezza se Venosa aderirà o meno al parco del Vulture se la risposta sarà positiva la una volontà comune di tutti. Questo il pensiero, netto del primo cittadino venosino. Le associazioni vogliono un referendum popolare ma la data del 10 novembre pare quella della decisione finale.