Numeri rassicuranti se non fossero affiancati da un numero minimo di tamponi “tradizionali” effettuati
In Basilicata nonostante gli screening di massa siano stati annunciati da giorni, si continua a registrare un trend di tamponi processati molto basso. Il dato lascia sconcerto insinuando maligni dubbi. Perché così pochi tamponi? Secondo l’unità di crisi regionale il numero totale dei tamponi molecolari processati in data 9 dicembre, ma anche nei giorni scorsi, è stato condizionato dall’esecuzione dei test rapidi di screening effettuati in pari data dagli operatori delle Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Ovvero, essendo il numero degli operatori sempre lo stesso se si effettuano gli screening sembra di contro non essere possibile mantenere costante il numero di tamponi. La spiegazione vestirebbe anche bene, ma il tempo per organizzarsi è noto che non sia mancato. Gli screening di massa, in cui ricordiamo che rientrano solo i cittadini vicini al mondo della scuola, erano stati annunciati da giorni, perché nel mentre non organizzare adeguatamente le risorse al fine da conciliare le cose?
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Ecco che il motivo improvvisamente appare più politico che organizzativo, ancor più se si considerano le scelte del Ministro Speranza che sorgono all’orizzonte. Il presidente della Regione Bardi sarebbe venuto a conoscenza nei giorni scorsi della decisione del Ministro Speranza di voler anticipare un nuovo decreto per indicare la nuova “zona” delle Regioni. Sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico potrebbe arrivare infatti già oggi la decisione del ministro Speranza, di individuare anche la Basilicata tra le zone gialle. Ad influire nella decisone l’indice di contagiosità Rt e l’occupazione dei posti Covid, entrambi su carta in costante miglioramento in Basilicata e se a questo aggiungiamo l’irrisorio numero di contagi che, per una ragione o per l’altra, negli ultimi giorni non ha sfiorato per nulla quota 100, è facile prevedere un gioioso passaggio per i lucani alla zona gialla, in linea con la speranza di numerosi cittadini e dei ristoratori.
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Fuori luogo ed inappropriato pensare che qualcuno abbia voluto puntare su una quantità di tamponi inferiore per raggiungere questo ambito traguardo, dopotutto in Regione si registrano solo 6 morti, ben 53 guariti, contro appena 46 nuovi contagiati dal Covid 19. Numeri rassicuranti se non fossero affiancati da un numero minimo di tamponi “tradizionali” effettuati, appena 612. Mentre si valuta un allentamento delle restrizioni che permetterebbe una serie di spostamenti per almeno un paio di settimane e consumazioni all’interno di ristoranti e bar seppur entro le 18 con un numero limitato di commensali, da un’ampia fetta di territorio continuano ad arrivare netti segnali in controtendenza: in 22 comuni lucani su 131 i rispettivi sindaci hanno deciso di tenere chiuse scuole medie ed elementari, chi fino a lunedì, chi fino al 7 gennaio. Provvedimenti questi che superano non solo le previsioni degli ultimi decreti del presidente del Consiglio di Ministri, ma anche quanto disposto dal governatore Vito Bardi, che ha svuotato le classi solo fino all’8 dicembre. Nel pomeriggio di oggi capiremo quanto avranno influito queste ed altre scelte sul fronte lucano nel verdetto del Comitato Tecnico Scientifico e nelle scelte del Ministro della Salute Roberto Speranza, nella consapevolezza che una conferma della zona arancione sarebbe chiaramente destinata a scatenare polemiche anche maggiori della scorsa settimana.