“Dico No al sito in Basilicata, sono convinto che il Governo farà lo stesso”
Il documento era da tempo nei cassetti della Sogin, la società che si occupa del nucleare in Italia. Stiamo parlando della Carta dei siti potenziali per il deposito delle scorie radioattive che ha creato molto apprensione nelle istituzioni regionali lucane, non solo, alla luce del mai dimenticato caso di Scanzano Jonico del 27 novembre 2003. Ora nei sessanta giorni, entro il 7 marzo prossimo, le Regioni, gli enti locali e i soggetti interessati potranno rivolgere, alla stessa azienda, osservazioni e proposte tecniche. Prima consultazione pubblica che si svolge in Italia su questa situazione che dovrebbe portare a stilare la Carta nazionale delle aree idonee, a cui seguiranno le eventuali manifestazioni d’interesse dei territori. Una volta individuato il sito, la costruzione del deposito dovrà avvenire entro il 2025. Intanto il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi e l’assessore regionale all’ambiente Gianni Rosa hanno espressamente dichiarato il proprio e insindacabile NO alla costruzione di un deposito in Basilicata. Una voce istituzionale non unica a cui nei giorni scorso ha fatto seguito quella dei consiglieri regionali di opposizione, in particolare all’ex presidente della regione Basilicata Marcello Pittella e del senatore del partito democratico Gianni Pittella. L’onorevole Vito De Filippo, rappresentante di Italia Viva, forza politica governativa, non è da meno nel manifestare il proprio pensiero su un tema rilevante per il destino della propria regione.
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Dopo 17 anni ci si ritrova a parlare di rifiuti radioattivi, Scanzano jonico non è servito?
“Mi pare che la lezione di Scanzano rimanga forte e nitida – precisa subito Vito De Filippo- raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – nella storia nazionale. Piuttosto bisogna chiedere assoluta trasparenza nei dati e nelle procedure. Non ci sono dubbi, al di là qualsiasi valutazione, che la Basilicata offre già una parte rilevante del proprio territorio per un difficile equilibrio energetico ed è anche per questa ragione da escludere assolutamente. Abbiano letto lo studio Sogin che già fa altri approfondimenti, ma la ragione principale del no della Basilicata resta. Il Presidente Bardi e l’assessore Rosa hanno ribadito il proprio No al deposito in Basilicata, Italia Viva, il lucano De Filippo che pensa e quale è la sua proposta. “Fa piacere – sottolinea Vito de Filippo che il posizionamento della regione Basilicata coincida con la mia opinione che continuerò ad esprimere nelle sedi opportune, nel parlamento e nelle commissioni dove farò sentire più forte la mia voce”.
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Petrolio, questione eolico, ora i rifiuti radioattivi, per la Basilicata è tempo per scegliere una quarta via per cambiare il pensiero che si ha a livello nazionale?
“Su queste realtà bisogna cogliere l’opportunità di un principio – continua Vito De Filippo – quello della sostenibilità. Il territorio della Basilicata ha una straordinaria vocazione agricola, culturale, turistica, ambientale, l’equilibrio da ottenere è quello tra un’area indirizzata ad attività estrattiva e la restante parte. È un equilibrio che non può essere scalfito e che deve essere irrobustito utilizzando tecniche all’avanguardia che la scienza offre. In sintesi dico forte e chiaro No al sito dei rifiuti radioattivi in Basilicata, convinto come sono che il governo nazionale farà lo stesso, come anche le istituzioni regionali faranno in modo che questa prospettiva mai si realizzerà”.