“Nella mia pittura ho sempre cercato di parlare di vita quotidiana lasciando sempre l’anima”
Nel suo curriculum c’è di tutto. Ha restaurato nove chiese sui monti Sibillini nel parco nazionale delle Marche, nel 2005 è stato selezionato come artista rappresentante la regione Basilicata alla fortezza da Basso a Firenze, nell’anno appena passato è stato promotore del progetto Talitha kumi l’arte che abbatte le barriere. Un artista diversamente abile che insegna ai bambini autistici, o con disabilità motorie, la grandezza e l’efficacia curativa del colore che trasforma il limite in prezioso strumento creativo. Diverse le sue presenze addirittura sulle reti televisive nazionali, per tutte vale ricordare la partecipazione alla vita in diretta sulla Rai con Mara Venier dove ha raccontato la sua vita, il suo incidente e l’arte come fonte di speranza. Stiamo parlando di Gianfranco Prillo un’eccellenza artistica lucana, di Policoro, in provincia di Matera.
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Scultore, restauratore, pittore, disegnatore e mosaicista, Gianfranco Prillo a 14 anni presentava la sua prima personale di pittura in piazza Heraclea nella sua Policoro non esitando di portare anche nei vari borghi lucani i suoi ulteriori lavori. L’immediata attualità vede suo nome inserito in un nuovo libro monografico in uscita dal titolo il “Neo Esistenzialismo”, Edizioni Tigulliana. Il critico storico d’arte, Mattea Micello, fa il punto della situazione in Italia in quanto ad arte contemporanea creando una raccolta di artisti tra i più influenti e ricercati attualmente a livello nazionale sul quale vale la pena investire. È stato definito un pittore incatenato al mondo fantastico e quasi fumettistico, ancorato a richiami picassiani. Quanto c’è di vero in tutto questo? “In realtà sono sempre stato attratto dall’arte contemporanea – precisa Gianfranco Prillo, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – e quando ci si affaccia a questo mondo inevitabilmente si passa dai tratti Picassiani”. Il critico d’arte, accademico e saggista italiano, Achille Bonita Oliva ebbe a dire: l’artista è come un nomade, deve spaziare nel tempo e nello spazio a suo piacimento, senza essere legato a nulla e a nessuno.
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Qual è il suo tempo e il suo spazio che riesce a raccontare meglio? “Il tempo e lo spazio- sottolinea Gianfranco Prillo -è quello dell’anti spazio o meglio, il luogo in cui non vi è tempo. Un mondo dove tutto è possibile dove non vi è ingiustizia e odio, dove non vi sono barriere ne confini”. Artista con gesti casuali capaci di creare forme ed immagini frutto di una grande spontaneità. “Nella mia pittura ho sempre cercato di parlare di vita quotidiana – aggiunge Gianfranco Prillo – quasi in modo satirico sperimentando svariate tecniche pittoriche espressive lasciando sempre l’anima è il mio stato d’animo nel momento in cui la tela prendeva vita e forma”. Un’arte che nasce dall’inconscio. “Come diceva il grande Michelangelo – conclude Gianfranco Prillo – in realtà l’opera è già nascosta dentro, a noi resta solo l’umile compito di tirarla fuori. L’esecutore più delle volte è l’inconscio di ciò che mano mano apparirà sulla tela”. Un artista ricercato, nel territorio nazionale, per le sue capacità e tecniche di figurazione innovative, ancora una volta, dimostra di essere, con il suo fare arte, in linea con il nuovo tempo e la nuova bellezza estetica insita nell’opera d’arte.