Lagonegro covo di talenti musicali, dopo Pino Mango ecco Del Gaudio con il suo settimo album
“Harmonia Mundi”, il nuovo album di Felice Del Gaudio, settimo del suo impegno musicale. Lucano, di Lagonegro, comune in provincia di Potenza, Felice Del Gaudio, bassista e contrabbassista, diplomato in musica jazz, al conservatorio di Adria, vive a Bologna dal 1984. Tante le esperienze fatte con molte collaborazioni musicali al seguito: P. Wertico, Lucio Dalla, il Quartetto d’ Archi dell’Opera di Berlino, Hengel Gualdi, Pier Giorgio Farina, Raphael Gualazzi, Daniele Dibonaventura, Biagio Antonacci, Amii Stewart, Andrea Griminelli, Claudio Lolli. Molte le sue pubblicazioni: quattro metodi per lo studio del basso, un dvd didattico, più di centocinquanta registrazioni discografiche e diversi album come solista e leader. Una presenza attiva in tanti festival di musica in tutto il mondo.
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Harmonia Mundi, ascoltandolo interamente, è un lavoro interamente strumentale, naturalmente il basso: del resto stiamo parlando di uno dei più grandi virtuosi dello strumento, attualmente in attività. Nella migliore tradizione jazz-rock, battezzata da Stanley Clarke, il basso si trasforma da macchina ritmica, a strumento solista vero e proprio. Suoni con note che navigano tra un double thumb e uno slap, trasportano l’ascoltatore in una “fusion” di altissimo livello: musica di gran classe, non facilissima, ma che probabilmente solletica sicuramente i palati più fini. Un album con altri otto pezzi che viaggiano tra i generi e le atmosfere, come Amaratea (gioco di parole: dedicato a Maratea – cittadina lucana ma anche amara-tea, facendo riferimento all’amarezza evocata dal luogo), dedicato alla perla del tirreno, brano delicato a tratti malinconico, dalla lunga introduzione prima di un tema di sax dolcissimo su cui si aprono tastiere, archi e gli accordi del basso, che portano l’ascolto direttamente verso tramonti meravigliosi della magica perla del Tirreno.
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Poi il pezzo che dà il titolo all’album Harmonia Mundi; Irta, l’anagramma di una persona a cui racconta di essere stato molto legato in gioventù; Fiore per Bach; Lacus Niger (traduzione latina del suo luogo di nascita, Lagonegro appunto); Renata song, dedicato alla sua compagna; Terra del Sud, omaggio alle sue radici profonde e Up Town, composta dopo aver vissuto a New York. “Vivere l’armonia del mondo, attraverso la contemplazione e la riflessione – sottolinea Felice del Gaudio – è lo scopo finale del progetto che, con questa sorta di “best of” raccontate in otto tracce. Un regalo ad appassionati di musica di altissima qualità”. Un album da ascoltare perché contiene un certo nomadismo culturale ed una esperienza meditativa. La Basilicata piena di talenti anche musicali che, pur emigrati in altri lidi per trovare la propria dimensione, hanno sempre un legame indissolubile con la terra d’origine. Il grande esempio resta sempre il lagonegrese Pino Mango che dopo anni tra Roma e Milano decise di ritornare nella sua terra e di stabilire lì il suo quartier generale di vita e di lavoro.