Le scuole chiudono ma l’Anci chiede la riapertura dei ristoranti anche a cena
Il fenomeno degli assembramenti, l’aumento dei ricoveri e dei contagi fra i giovani tra i 19 e i 34 anni è negli ultimi giorni al centro di diversi dibattiti, ma se da una parte per molti la scuola resta nel mirino di esperti e politicanti, nei fatti diminuiscono i controlli nelle strade. A seguito del decreto legge del 14 gennaio, è vietato spostarsi tra regioni differenti anche se dello stesso colore, a meno che non ci siano delle determinate condizioni, comprovati motivi di necessità, salute e lavoro, ma nei fatti quel che sta accadendo sottobanco è altro. Tantissimi italiani si spostano da nord a sud tra regioni gialle ma anche arancioni pur non avendo giustificati motivi, in barba ai provvedimenti emanati a tutela della salute pubblica volti ad evitare altri spiacevoli lockdown ed alla propria sicurezza. In aereo, in auto, in treno forti dell’assenza o quasi di controlli da parte delle forze dell’ordine gli italiani violano le regole, ma ciò che qualcuno sceglie di ignorare, non smette di logorare il Paese.
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Nonostante i numerosi provvedimenti adottati per finalità di prevenzione e contenimento del rischio di contagio da COVID-19, in diverse parti del territorio italiano, continuano a registrarsi assembramenti e trasgressioni alle prescrizioni che sono state imposte in sede nazionale e regionale. Le misure adottate è evidente, anche se forse non per tutti, non possono rivelarsi efficaci se non vengono garantiti capillari controlli delle Forze dell’Ordine e se non si irrogano le necessarie sanzioni nei confronti di comportamenti gravemente irresponsabili. Il ministro Maria Stella Gelmini, ha anticipato alle Regioni la proroga dello stop agli spostamenti di 30 giorni. Il decreto precedente fissa al 25 febbraio i divieti, il nuovo provvedimento avrebbe quindi durata fino 27 marzo. Il decreto legge sarà varato oggi lunedì 22 febbraio, in Consiglio dei ministri e va a sostituire l’ultimo atto di Giuseppe Conte che aveva allungato le misure solo fino al 25 febbraio. La mobilità sarà vietata fino al 26 marzo, mantenendo anche le limitazioni e le deroghe per la visita ai parenti all’interno della propria regione per un massimo di due persone. Inizia così il piano di Draghi contro la pandemia che sta piegando il Paese e la linea che si evidenzia è quella del rigore.
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Il Ministro Maria Stella Gelmini ha riunito in videconferenza le Regioni e gli enti locali chiarendo che “non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, che certo dovrà essere snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste”. Le Regioni sono arrivate al primo appuntamento con il nuovo esecutivo ponendo come priorità “assoluta” la campagna vaccinale, assicurando la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni a collaborare affinché la stessa sia velocizzata. Per troppi ancora nel mirino la Scuola e mentre i sindaci stranamente sorvolano sui numerosi turisti extra regionali che vagano per le principali città italiane, sulle volanti della municipale talvolta silenti nonostante gli assembramenti nelle piazze e gli inesistenti controlli negli aeroporti, stazioni ferroviarie e nelle strade principali che collegano una Regione ad un’altra, l’Anci propone la riapertura dei ristoranti anche a cena,seppur nel rispetto dei protocolli rigidi sulle distanze. In attesa del prossimo decreto legge e del “cambio di passo” anticipato, la ricerca del bene comune continua.