L’idea della mimosa in questo giorno? «mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente»
Si celebra oggi l’annuale giornata internazionale dei diritti della donna, semplicemente denominata Festa delle donne, abbreviazione che però a molti nasconde il vero significato di questa ricorrenza. Oggi infatti non si celebra propriamente il sesso femminile in quanto tale ma l’arduo percorso che ha portato le donne ad emanciparsi, a riconoscersi e poi ad ottenere dei diritti con lo scopo di realizzare un’autentica parità con gli uomini. Oggi è una giornata di profonda riflessione, sulle lotte fatte e che tutt’oggi sono in corso, sulle conquiste sociali ottenute e quelle perseguite. Il forte significato politico dell’8 marzo e soprattutto la sua origine in ambito socialista e comunista, hanno contribuito a produrre alcune bufale sulla sua nascita. La Giornata internazionale dei diritti della donna fu istituita dall’ONU il 16 dicembre 1977, in seguito a numerosi dibattiti e dando uno spazio globale ad una ricorrenza commemorata da oltre mezzo secolo in molti Paesi del mondo. I primi semi di questo risultato risalgono al VII Congresso della seconda internazionale socialista, che si tenne dal 18 al 24 agosto 1907: la risoluzione finale dei lavori impegnava i partiti socialisti a lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne, tema a cui non tardarono ad aggiungersi quelli relativi alle discriminazioni sessuali e allo sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie, in termini di salario e anche di orari di lavoro.
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Fu proprio il Partito socialista americano a decidere che, per portare avanti la lotta, era necessario celebrare una giornata della donna: la prima si tenne il 23 febbraio 1909. Un anno più tardi, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste di Copenaghen (26-27 agosto 1910), fu avanzata la proposta di istituire a livello mondiale una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. La mozione fu accettata, ma per alcuni anni la festa fu celebrata in modo discontinuo e in date diverse. La svolta decisiva avvenne a San Pietroburgo l’8 marzo 1917, durante uno sciopero di donne per chiedere la fine della guerra: i cosacchi incaricati di dare una lezione alle manifestanti risposero in modo molto blando e questo incoraggiò ulteriori manifestazioni, che contribuirono al crollo dell’impero zarista. Il 14 giugno 1921a Mosca si tenne la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste ed è in questa occasione che si decise che l’8 marzo sarebbe stato da lì in avanti la “Giornata internazionale dell’operaia”.
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Una celebre bufala parla di un rogo avvenuto l’8 marzo 1908 all’interno di una fabbrica di camice di New York, nel quale persero la vita decine di operaie: alcuni dicono 134, altri 140, comunque tante. Sull’onda dell’indignazione causata dalla tragedia si sarebbe sviluppato un movimento per la tutela delle lavoratrici. In realtà la fabbrica in questione non esisteva e probabilmente il rogo cui fa riferimento la bufala è quello realmente avvenuto il 25 marzo 1911, sempre a New York. In quell’occasione morirono 146 persone, in larghissima parte donne e molte di esse immigrate dall’Italia e dall’Europa orientale. Un’altra bufala collega l’origine della festa a una violenta repressione da parte della polizia newyorkese durante una manifestazione di operaie tessili (l’anno è il 1857). Anche in questo caso, però, mancano fonti autorevoli che quanto meno certifichino l’avvenuto pestaggio, figuriamoci il collegamento con la nascita della ricorrenza. Tra l’altro, alcune versioni ambientano questa storia in altre città degli Stati Uniti, ad esempio a Chicago oppure a Boston.
In Italia la prima giornata della donna in Italia fu celebrata il 12 marzo 1922, prima domenica dopo il fatidico 8 marzo russo. La tradizione fu però bruscamente stoppata dall’affermazione del regime fascista e non venne ripresa che nel 1945, a guerra ancora in corso, come prima Festa della Donna dell’Italia libera, su iniziativa politica dell’UDI (Unione delle Donne d’Italia). I tempi non erano ancora maturi, tuttavia: se nel 1946 prese il via l’usanza di distribuire mimose nelle manifestazioni di piazza per la parità di genere, sino agli anni ’70, a causa del perdurare delle tensioni dovute agli eventi dell’immediato dopoguerra e della Guerra Fredda, le iniziative in occasione della Festa della Donna furono sempre viste di malocchio dai vari governi che si succedettero in carica a Palazzo Chigi. Furono i movimenti femministi post-sessantottinia rivendicare la piena legittimità della ricorrenza, che pian piano trovò poi anche l’affermazione istituzionale a livello mondiale.
Chi fu ad avere l’idea della mimosa per celebrare questa giornata?
L’iniziativa fu presa dalla parlamentare comunista ed ex partigiana Teresa Mattei. Teresa, detta «Teresita», alla fine della guerra, divenne a soli 25 anni la più giovane delle ventuno donne che fecero parte della prima Assemblea Costituente. Dedicò tutta la sua vita alla lotta per l’emancipazione femminile e alla difesa del mondo dell’infanzia: femminista e ragazza madre, nel 1947 fondò l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. Come lei stessa disse, proponendo la mimosa come simbolo della Giornata, «mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente», ricordando come fosse il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette.
“Auguro a tutte le donne amore e rispetto, la serenità di esprimere ciò che sono e ciò che desiderano diventare, la forza e il coraggio di non smettere mai di lottare per i propri diritti e di vivere ogni ambizione senza differenze, pressioni o abusi. A voi, motore del mondo dall’inizio dei tempi, eroine, combattenti, madri di uomini e di idee. Buona festa dei diritti delle donne”.