Adesso in tempi di Covid la cosa da fare e lasciare che il racconto si faccia testimonianza continua
In Basilicata i riti della settimana santa, nei 131 borghi, fanno storia e tradizione. Suggestivi quelli che, fino a qualche anno fa, si svolgevano a Matera, Ripacandida, Montescaglioso, Barile, Rapolla, Atella, Ferrandina, Maschito, Montescaglioso, Pisticci e Rionero in Vulture. Adesso in tempi di Covid la cosa da fare e lasciare che il racconto si faccia testimonianza continua. Più che riti, quelle che si svolgono in Basilicata, sono delle vere sacre rappresentazioni all’interno di una settimana Santa. Pur con tracce di tradizione profana, le tante processioni organizzate, nei comuni lucani, sono una fedele riproduzione delle descrizioni delle Sacre Scritture. I luoghi scelti per rappresentare la storia con le loro magnifiche scenografie rendendo gli ultimi momenti di vita di Gesù ancora più emozionanti e affascinanti. La via Crucis nei Sassi di Matera, scenario unico al mondo, è un percorso lungo i più suggestivi rioni di Matera che racchiudono l’intera storia della religiosità e pietà popolare segnato da sofferenze e speranze. Matera territorio come la Palestina, non a caso i Sassi sono stati scelti come set cinematografici per film su Gesù e sulla Passione. Quelle di Ripacandida, solitamente la prima di tutte, sono le più recenti tra le rappresentazioni del Sacro del Vulture-Melfese. Qui la via Crucis coinvolge circa cento personaggi che partecipano al corteo molto sentito dai cittadini. Tra i personaggi, oltre al Cristo con la croce, ci sono il Moro e il Moretto, il duro Centurione, la Zingara che ad ogni caduta irride il Cristo gettando ceci e confetti in segno di disprezzo e di gioia per quello che sta vivendo.
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Le celebrazioni di Barile sono rappresentate dal calvario e la morte di Gesù Cristo. Una rievocazione suggestiva che vanta una tradizione secolare. L’origine della manifestazione non è chiara ma sembra che molti secoli fa un sacrestano della Chiesa Madre si impegnò per rendere la Via Crucis più evocativa possibile. A Rapolla si vivono due momenti molto intensi: la Via Crucis il martedì Santo e la processione dell’Addolorata e del Cristo Morto il Venerdì Santo. La Via Crucis di Atella è una sentita manifestazione che da circa mezzo secolo coinvolge i cittadini e i visitatori dei paesi vicini. Ferrandina, come territorio, sente molto la devozione pasquale: il Venerdì Santo si tiene la processione del Cristo Morto. La bara del Cristo Morto, viene portata a spalla da confratelli vestiti con i caratteristici mantelli viola insieme con la statua di Maria Maddalena, portata a spalla. Bambini vestiti da angeli e donne scalze accompagnano i simulacri insieme ai Cirii, strutture a più piani forate da tante candele decorate con finimenti d’argento e portate a spalla da giovani ragazze. Caratteristica della Via Crucis di Maschito è la presenza di due zingare, una zingara ricca e una zingara povera, la prima dileggia Gesù, lo irride anche nei momenti più tragiche, la seconda invece manifesta sentimenti di disprezzo e offre al Cristo i chiodi che verranno usati per la sua crocifissione.
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A Montescaglioso ci sono riti che si dipanano tra la fine del carnevale e l’inizio della quaresima con il risuono delle campane per 40 volte. Il venerdì santo la processione classica dei misteri. A Pisticci il venerdì santo è il momento della processione solenne dei misteri portati a spalla e seguiti da otto donne vestite a lutto. A Rionero in Vulture circa 180 partecipanti contribuiscono alla buona riuscita della Via Crucis. Insieme ai personaggi evangelici sfilano nel corteo figure che hanno una funzione pedagogica: il Moroe i Moretti, emblema dell’altro, inteso come ciò che non è cristiano, troviamo anche la zingara(come a Barile e Maschito) vestita di nero e coperta d’oro, e Malco, incappucciato, con le scarpe calzate di traverso, fustiga le persone e indica la punizione di coloro i quali, ciechi, hanno condannato e offeso Gesù. A Barile come a anche San Costantino Albanese i riti hanno una colorazione arbereshe.