“Maria De Bruna – Riti, storia e immagini” per riscoprire gli aspetti spirituali della storica ricorrenza
Matera e la Madonna della Bruna. Per il secondo anno non ci sarà la festa di piazza con il tradizionale strazzo del carro. L’occasione è ghiotta, probabilmente, per riscoprire gli aspetti spirituali di una storica ricorrenza da sempre tanto attesa da tutti i materani. Di questo si è parlato nella curia arcivescovile della città in occasione della presentazione del volume di Nicola d’Imperio e Cristina Garzone “Maria De Bruna- riti, storia e immagini” edizioni Magister. La celebrazione della festa della Visitazione, resa ufficiale nel 1389, non è solo un grande evento religioso ma, nel corso di sei secoli, è stata così arricchita dallo scorrere del tempo da diventare la testimonianza degli eventi storici, sociali, culturali e antropologici, che hanno percorso Matera, una piccola cittadina del sud Italia, ma anche una delle più antiche città del mondo insieme a Gerico ed Aleppo.
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Una città, Matera, il salotto buono della cultura lucana, che ha conservato le sue millenarie origini contadine e pastorali sino a cinquant’anni fa, e proprio per questa integrità ha mantenuto quasi inalterata sia la struttura della vecchia città, nella Civita e nei Sassi divenuti famosi in tutto il mondo, sia una religiosità antica, che trova la sua massima espressione nella venerazione di Maria della Bruna, la patrona della Città. Un libro di ben 224 pagine da gustare e conservare, dentro ci sono riti, storia e immagini dove l’autore indica al lettore, al materano stesso, azioni, fasi e rituali della festa che tutti gli anni si ripetono solo apparentemente sempre uguali, ma si evolvono in un lento ed impercettibile divenire. Un libro di una religiosità profonda che inizia dalla Santa Messa che alle cinque del mattino viene celebrata sul sacrato di San Giovanni, arrivando allo “strazzo”, la distruzione del carro trionfale, costato mesi di paziente lavoro di artisti ed artigiani, e attoniti ai fuochi pirotecnici che segnano la fine della giornata. La novità di questo lavoro pare risiedere nel collegamento delle testimonianze degli attuali protagonisti del grande evento collegandole con quanto è stato tramandato dagli scritti, dalle vecchie testimonianze e dalla storia popolare. “Questo evento nasce come festa religiosa – sottolinea Nicola d’Imperio scrittore e ideatore dei testi – a cui in particolare gli spagnoli e gli aragonesi diedero una esteriorità sempre crescente”. La festa, la storia, gli aneddoti, il senso profondo della religiosità legano assieme identità di una città e del suo popolo anche attraverso un scatto perfetto. “L’occhio di una professionista – aggiunge Cristina Garzone – deve cogliere i momenti più profondi delle persone infatti rimango li fino a quando non ho fatto lo scatto perfetto”.