A Senise la presentazione. Cosa accadde fra il 540 ed il 1080 nei territori pal confine tra Calabria e Basilicata
Riscoprire il nostro territorio e imparare a guardarlo con nuovi occhi mettendo a sistema diversi saperi. È questa la convinzione che guida gli organizzatori dell’incontro-dibattito sul libro sul libro di Antonio Vito Boccia “La difesa del Synòro tra Kalabria e Lukanìa” che si terrà sabato prossimo 17 luglio, alle 17.00, nel complesso monumentale San Francesco d’Assisi a Senise. Intorno allo stesso tavolo si ritroverà un gruppo multidisciplinare composto da esperti di diverse discipline per confrontarsi sui temi trattati dall’autore, confrontando saperi e punti di vista diversi. Discuteranno con l’autore Stefano Del Lungo Archeologo e ricercatore del CNR, Maurizio Lazzari Geologo e ricercatore del CNR, Antonio Jounior Iannibelli Geologo libero professionista e Voktorya Petrova Presidente Associazione “Casa Russa in Basilicata” e Curatrice del libro “Monachesimo Italo Greco in Basilicata”. All’incontro, moderato dall’architetto Caterina Raimondi, saranno presenti anche molti rappresentanti delle istituzioni che porteranno il loro saluto. Il sindaco di Senise Giuseppe Castronuovo, l’assessore regionale alle attività produttive Francesco Cupparo, il presidente ASAI Antonio Pagano, e il presidente Flag Coast to Coast Nicola Mastromarino.
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Proprio la Raimondi spiega il motivo della scelta di Senise come location dell’incontro, quale “centro rappresentativo di tutta l’area Sinnica, per aprire questo dibattito che vuole essere un momento di stimolo, di approfondimento e di divulgazione. Con l’autore -continua l’architetto- ci si prefigge di sensibilizzare verso i temi della ricerca e dell’approfondimento territoriale e nella fattispecie sull’origine e la genesi dei centri abitati, con la convinzione che solo attraverso la conoscenza si possano intraprendere nuovi percorsi di programmazione e di sviluppo territoriale attraverso la riscoperta di un senso di appartenenza che può rifiorire solo se si è consapevoli del grande e glorioso passato che ha caratterizzato il nostro territorio”.
Il testo di Boccia è frutto di un approfondimento storico-linguistico che, a partire dallo studio dei toponimi, dell’agiografia e dei dialetti delinea un’ipotesi su come nasce la moderna Basilicata e come questo territorio sia stato modellato per esigenze militari e difensive. Ne emerge l’importanza della Calabria dovuta al fatto di trovarsi al centro del Mediterraneo: non a caso essa venne strenuamente difesa dai bizantini, con la realizzazione di un “lime”, o synoro, insomma una frontiera, preservata militarmente mediante un imponente sistema difensivo, edificato poco prima dell’ottocento (presumibilmente tra l’anno 787 e l’anno 798). Proprio parlando di questo intenso fenomeno scopriamo la derivazione del nome del fiume Sinni e la sua importantissima funzione nel mondo bizantino.
Lungo l’istmo che va dal Tirreno allo Ionio, frequentato da numerosi monaci ‘basiliani’, i militari bizantini, con una serie di castra e di synkastellion, riuscirono a ricongiungere le due fortificazioni principali e quindi le due sponde, edificando gradualmente vari presidi ed insediamenti, tutti lungo il fiume originariamente chiamato Siris (che, nel tempo, verrà ribattezzato ‘Synoro’, cioè ‘frontiera’, e poi Sinno: è l’attuale corso fluviale denominato Sinni). Vero e proprio antemurale difensivo, realizzato in senso longitudinale, è una grande opera di presidio di cui si è perso il ricordo: una vera e propria barriera, che serviva a tutelare la Calabria bizantina -sul fronte terrestre- dall’ incombente pericolo di un’invasione longobarda, e nello stesso tempo, con la sua permeabilità, permetteva alle comunità di commerciare e svilupparsi, assolvendo ad una ulteriore funzione, quella di testa di ponte, dopo l’890, per riprendere i territori persi della cosiddetta ‘Basili-kata’, una terra che sarà così definita dagli strateghi di Costantinopoli dopo la sua riconquista.
Attraverso la lettura dei paragrafi del saggio è quindi possibile riconoscere ancora oggi, tra i confini delle regioni Basilicata e Calabria, la morfologia di quest’antica area geografica e sociale, quasi una sub regione, posta lungo le sponde del fiume Sinni. In effetti, come vedremo, il modello di città bizantina previsto in Italia meridionale era prevalentemente fondato su due elementi, ossia il potere amministrativo e l’istituzione religiosa. Tutto questo permise soprattutto al Sud la nascita di comuni autonomi, amministrati da persone del posto, molto prima che nascessero i municipi del nord.