Il presidente dell’Anci ha bisogno di rappresentare tutti i sindaci lucani per avere la massima autorevolezza e non soltanto i 21 che lo hanno votato
Riceviamo e pubblichiamo: “Leggendo la prima uscita del presidente eletto dell’Anci sul vostro giornale, inizio seriamente a preoccuparmi per il futuro dell’associazione dei comuni lucani. Bernardo forse non ha ben compreso il ruolo che riveste. Assieme ad oltre 30 sindaci, un quarto della comunità amministrativa lucana, avevamo firmato per chiedere che l’elezione del Presidente dell’Anci avvenisse nell’assemblea di tutti i sindaci lucani e non in un direttivo composto il 15 ottobre 2019, con l’elezione del Presidente Adduce, guida transitoria in quanto non più sindaco, ma autorevole al fine di evitare divisioni inutili e dannose per la stessa associazione dei comuni lucani. Era evidente a tutti, fu anche ribadito in assemblea, che si dovesse trattarsi di una scelta transitoria nel suo complesso, che la pandemia poi ha dilatato nel tempo. Peraltro è da fine aprile del 2021, che l’Anci di Basilicata è guidata in via ‘straordinaria’ proprio da Andrea Bernardo, reggente in virtù della funzione di vice presidente più anziano, per le dimissioni di Adduce.
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Era quindi chiaro quanto fosse opportuno prorogare la reggenza di Bernardo fino all’indomani delle amministrative di ottobre, dove cambieranno ben 26 amministrazioni lucane, per poi procedere ad une elezione pienamente legittimata in assemblea. Al contempo, sono state disattese anche le raccomandazioni unitarie giunte dal vice presidente nazionale Anci, Ciro Bonajuto, che, messo al corrente della istanza di tanti primi cittadini, aveva auspicato una piena e condivisa legittimazione della presidenza dell’Anci. Ciò non è accaduto. Questo dispiace molto, ancor più per le reazioni scomposte ed offensive che lo stesso Bernardo sta avendo in queste ore. Peraltro, ci tengo a precisare che, Bernardo, non ha raggiunto l’unanimità neanche nel direttivo Anci, avendo alcuni sindaci abbandonato la seduta per motivi politici. In più di un’occasione mi ero appellato ad una questione di metodo e non di merito, ma da queste uscite mediatiche comincio ad avere dubbi anche sul merito. Il presidente dell’Anci ha bisogno di rappresentare tutti i sindaci della Basilicata per avere la massima autorevolezza e non soltanto i 21 sindaci su 131 che lo hanno votato e che ha “sentito di ringraziare”.
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Ritengo quindi irriguardose le parole del presidente appena eletto, mancanti di rispetto soprattutto nei confronti dei sindaci che hanno firmato quel documento, che sono iscritti all’ Anci come gli altri e ugualmente autonomi. Questo certamente non è stato un buon inizio, per chi ha detto che vuole avere l’unità e la massima condivisione nelle scelte, soprattutto perché dovrebbe rappresentare tutti i sindaci lucani e anche di quelli che la pensano diversamente da lui. Non c’è bisogno di cercare alibi o cercare in altre figure istituzionali estranee alla dinamica responsabilità politiche, pur di giustificare forzature fatte per raggiungere obiettivi meramente personali. È ingiusto peraltro additare noi sindaci come esecutori di volontà altrui, privi di autonomia, come lo sarebbe per noi evidenziare il sostegno che lui ha ricevuto da altrettanti autorevoli consiglieri regionali e parlamentari. Dubito, e lo sta dimostrando, che Bernardo sarebbe stato eletto in un consesso democratico aperto e non precostituito, ristretto e blindato come il direttivo. Spero che l’intervista sia soltanto frutto dell’ebbrezza di questa elezione e che possa scusarsi presto con tutti noi, ma soprattutto cambiare registro nel condurre la gestione della massima assise dei sindaci lucani”.
Fausto De Maria – Sindaco di Latronico