Di Lascio:” Si stanno diffondendo notizie che devono essere assolutamente fermate perché false e tendenziose”
Sulla questione del parco Giada di Lagonegro, un’oasi naturalistica e turistica donata nel 1986 dal Professore Angelo Alagia (filantropo e promotore di importanti iniziative a favore dei Lagonegresi dagli anni ’50) e da sua moglie al Comune di Lagonegro, interviene sui social il sindaco Maria Di Lascio.” Sul Parco Giada si stanno diffondendo notizie che devono essere assolutamente fermate perché false e tendenziose. Il parco Giada è un dono alla comunità di Lagonegro del professore Angelo Alagia di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita (ricordato ad aprile 2021) e il trentacinquesimo della sua scomparsa”. Un’amministrazione comunale che pare voglia intervenire concretamente per riaprilo e renderlo fruibile alla collettività del territorio. “L’amministrazione comunale vuole onorare la memoria del professore Alagia – precisa Maria Di Lascio, sindaco di Lagonegro – e per questo stiamo mettendo in atto tutte le procedure in campo per riaprire il parco Giada. Quando fu donato il parco, pieno di animali di diverse specie, particolari, che la gente di Lagonegro non avrebbe potuto vedere se non recandosi in questo parco, l’ente decise di avviare una proceduta di ristrutturazione: rifare le gabbie, di ampliare l’offerta turistica.
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Un contenzioso sciagurato rese lunghissime le procedure esecutive dei lavori e per questo il parco fu chiuso alla metà degli anni 90 e fino ad oggi non è stato mai riaperto. Un fatto gravissimo tenuto conto del fatto che il parco è sempre stato oggetto di finanziamento. Ad oggi il parco Giada è stato oggetto di un finanziamento di circa cinque milioni di euro”. Poi nella successione del tempo ci sono state altre circostanze a sfavore del parco. “Nel 2014 – continua Maria di Lascio – sempre con l’intenzione di riaprire il parco al pubblico, l’amministrazione comunale dell’epoca decise l’acquisto di nuovi animali perché quelli del professore Alagia era morti o stati destinati negli anni ad altre strutture zoologiche. Questi animali sono passati attraverso vari responsabili e più Sindaci fino ad arrivare alla mia amministrazione”. Poi una delibera di Giunta con un nuovo indirizzo ha innescato delle polemiche. “La delibera di Giunta –precisa Maria Di Lascio- oggetto di protesta, legittime, da parte di associazioni animalistiche, del WWF, dei cittadini stessi, è un semplice atto di indirizzo con il quale la mia amministrazione ha deciso che la proprietà degli animali deve passare dal Comune al prossimo gestore del Parco che sarà selezionato attraverso una procedura di evidenza pubblica, ovvero bando di gara”. In termini pratici la gestione non sarà più del Comune. “L’atto deliberato – continua Maria Di Lascio – esprime soltanto la nostra volontà di dire: poiché il comune di Lagonegro è stato costretto a pagare in questi anni in cui il Parco è rimasto chiuso, cinquantamila euro l’anno per la gestione degli animali è corretto che l’apertura del parco con gli animali che popoleranno la struttura venga dato in carico al gestore”.
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Le proteste si sono fermate anche sulla lista degli animali comprati nel 2014.“In quell’elenco – conclude Maria Di Lascio – ci sono animali che hanno provocato l’intervento del nucleo dei carabinieri forestali presso il comune chiedendo di prendere atto dell’autorizzazione che il comune deve detenere per alcuni animali (il daino, il muflone e il cinghiale) come previsto da una norma del 1996 che prevede un’autorizzazione prefettizia. Il comune di Lagonegro non ha potuto esibire alcuna autorizzazione prefettizia perché non rinvenuta tra la documentazione. Quindi chi ha comprato gli animali e chi le ha detenute fino ad ora, compresa questa amministrazione, lo ha fatto senza le prescritte autorizzazioni. A questo punto i carabinieri forestali hanno dovuto sequestrare gli animali ritenuti detenuti in maniera irregolari. Un sequestro penale notificato a questa amministrazione, e ai precedenti sindaci : Domenico Mitidieri che li ha comprati, al sindaco Pasquale Mitidieri che li ha detenuti illegalmente, al facente funzioni Giovanni Santarsenio che li ha trasferiti all’attuale gestore per arrivare ai commissari prefettizi e poi al Sindaco Di Lascio. Questa è la situazione attuale”.