Nonostante tutto, hanno ancora fiducia in una Giustizia che allo stato attuale dei fatti è stato negato
Il libro dello scrittore e sceneggiatore Antonio G D’Errico (finalista nel 2008 al Premio Scerbanenco, per gialli e noir. Autore della biografia di personaggi come Marco Pannella e Donato Placido, fratello del noto regista Michele Placido. Nel 2020 ha scritto il saggio di divulgazione scientifica Il virus delle verità, Premio Speciale città di Grottammare, 2021), “L’uso ingiusto della Giustizia” edizioni Libeccio, tocca le coscienze di quanti, nonostante tutto, hanno ancora fiducia in una giustizia che reclama da più parti un bene che allo stato attuale dei fatti è stato negato.
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Nelle oltre 100 pagine vengono descritte le vicende di onesti cittadini, imprenditori, ufficiali delle forze dell’ordine, un volontariato attivo nella sanità pubblica, un sindaco che hanno perso ogni fiducia quando sono stati raggiunti e colpiti dall’azione devastante e pretestuosa di un procuratore accusato di corruzione, di scambio di favori e destinatario di mazzette a cinque zeri. La sua giustizia, come si evince dalle parole di alcuni dei perseguitati, era fatta di blitz da eseguire in ristoranti e camping mettendo in azione un numero cospicuo di agenti delle forze dell’ordine, movimentando volanti, barche e natanti della guardia costiera, perfino un elicottero. La malagiustizia di magistrati corrotti è uno schiaffo alla legalità, alla legge dei giusti e degli onesti. Ci sono racconti come quelli di Felice Chiesa, imprenditore della costiera marchigiana, ultranovantenne, scomparso da alcuni mesi, e di Pino Silenzi, ottant’anni e oltre, ristoratore rinomato di Porto San Giorgio.
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Il racconto perpetrate da un magistrato ai danni di appartenenti alle forze dell’ordine, colpendoli addirittura con la detenzione, conseguenza dello spropositato potere arrogante di una giustizia malata proprio di quel potere che si fa minaccia e costrizione. L’incubo della detenzione del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Sillitti, in attività nella provincia foggiana, ha trovato eco nella redazione de Le Iene, facendo molto scalpore. Della provincia foggiana è anche l’ex sindaco Mimmo Vecera che ha raccontato la sua storia scrivendo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un libro di ampio respiro sull’attualità, uno sguardo concreto su quello che avviene normalmente nel nostro condominio sociale dove la giustizia non sempre è uguale per tutti, dove leggendo l’autore ci porta a conoscere il senso vero dell’esistenza. Forse aveva ragione Platone quando diceva: “Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo”.