Cia agricoltori: “Scellerata gestione del problema della fauna selvatica, mantenere alto il livello di allerta”
A Matera i cinghiali non vogliono proprio lasciare le vie cittadine. Diversi avvistamenti confermano infatti la loro presenza, gli ultimi registrati nel rione Serra Venerdì, ma anche in via Cappuccini. Capolino nel capoluogo lucano fanno anche le volpi, l’ultima avvistata in via Giolitti e qualche giorno prima un esemplare in Vico Santo Stefano. Nell’ottica della crescente esigenza di dover necessariamente trovare un equilibrio tra la presenza dei cinghiali in Basilicata e la sicurezza cittadina,tempo fa sono state programmate e avviate una serie di iniziative, volte alla riduzione del carico numerico di questi animali in Regione, ma oggi chiaramente occorre integrare le misure preposte, in quanto la questione, approfondita, sembra essere più ampia dell’immaginabile e non abbraccia solo innumerevoli difficoltà burocratiche. Secondo la Cia-Agricoltori di Potenza e di Matera “L’incremento sino a 7000 cinghiali previsto dal “Piano di abbattimento selettivo della specie cinghiale” per il 2022, è stato sicuramente un primo passo verso la riduzione sensibile della presenza degli ungulati che producono danni sempre più ingenti ai titolari delle aziende agricole e contestualmente una prima misura per prevenire l’ infezione da parte del virus della Peste suina africana già presente in alcune regioni del Nord Italia”. Importante per la confederazione “Adeguare la LR 2/95 riguardo la possibilità da parte del proprietario del fondo di poter tutelare il bene fondiario e le colture in atto; prolungare il periodo di caccia al cinghiale che ancorché di competenza nazionale possa essere introdotto d’intesa con Ministero e Governo centrale; attivare piani di smaltimento dei capi abbattuti e delle carcasse; coinvolgere le aziende agricole nell’ambito dei piani di cattura e prelievo”.
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Secondo la Cia sul territorio lucano possono essere ospitati senza squilibri ed effetti negativi un massimo di 20.000-25.000 (oggi siamo a 5/6 volte superiori) capi di ungulati”. Inoltre “Malgrado non ci sia alcun caso di contaminazione della popolazione suina ”la Cia-Agricoltori di Potenza e di Matera chiede alle istituzioni di mantenere alto il livello di allerta e si rammarica della “scellerata gestione del problema della fauna selvatica, da parte dei nostri decisori politici, all’origine di questo grave allarme sanitario. Da anni, infatti, Cia si batte per ottenere un’efficace politica di contenimento degli ungulati, che danneggiano pesantemente le coltivazioni e invoca interventi specifici a difesa dalla proliferazione dei cinghiali, principale vettore di trasmissione della peste suina. I numeri parlano chiaro: 2 milioni di ungulati in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali, in quattro anni”.