Il presidente degli allevatori Palmiro Ferramosca: incontro per il futuro della zootecnia sul territorio lucano
Il futuro della zootecnia lucana. Il tema è stato al centro di una iniziativa organizzata a Viggiano dall’associazione regionale degli allevatori di Basilicata. Un incontro per approfondire diversi interrogativi degli allevatori lucani in vista dell’introduzione della nuova politica agricola comunitaria che prenderà il via dal primo gennaio 2023. In particolare gli allevatori si chiedono: quale impatto avrà la nuova politica agricola sui bovini, suini, ovini-caprini? La riduzione dei farmaci così come previsto dalla nuova normativa europea, quale influenza avrà per il clima e l’ambiente? “L’uso corretto del farmaco sarà uno degli impegni – ha sottolineato Giovanni Filippini, direttore dell’istituto zooprofilattico della Sardegna – che l’allevatore dovrà mettere in atto con una precisa diagnosi delle malattie all’interno dell’allevamento per poter avere un uso mirato del farmaco”. Novità che fa sorgere un nuovo interrogativo: come inciderà tutto questo sulla produzione di latte e carne? “Un incontro, il primo organizzato sul territorio – ha precisato Palmiro Ferramosca, presidente dell’associazione regionale allevatori di Basilicata – per affrontare un argomento importantissimo e per il capire il futuro della zootecnia sul territorio lucano”. Molte le risorse certe: più di 50 milioni di fondi nazionali ed europei a cui si aggiungeranno altri 200 miliardi di euro del Ricovery fund di cui una fetta importante sarà affidata all’agricoltura. Per questo sarà necessaria una corretta programmazione per non sbagliare investendo i fondi bene e in tempi definiti. Un impegno che deve seguire criteri precisi anche verso i consumatori. “Il consumatore – ha aggiunto Giovanni Filippini- oggi vuole non solo prodotti sani, ma vuole anche che questi prodotti derivino da animali che vivono in condizione di benessere reale”. Il presidente dell’associazione regionale allevatori di Basilicata, Palmiro Ferramosca, a margine dell’incontro ha proposto, alla propria associazione, un ulteriore ruolo: “oltre ad essere elemento di trasmissione della conoscenza agli allevatori dovrà essere strumento di costruzione di politiche attive che la Regione dovrà impiantare per accompagnare lo sviluppo degli allevamenti lucani”.