Storie romantiche che meritano di essere riscoperte ancora oggi
Il calcio è una continua e inesauribile fonte di imprese epiche e vittorie memorabili. A maggior ragione quando sono inaspettate e a trionfare sul campo sono le squadre che partono sfavorite e a cui nemmeno il più ottimista dei tifosi avrebbe dato una chance. Storie romantiche che meritano di essere riscoperte ancora oggi, in un’epoca in cui il calcio, per molti tifosi nostalgici, ha perso passione e fascino. Iniziamo il nostro viaggio a ritroso nella storia del calcio parlando delle sconfitte di una delle squadre più amate e ammirate di sempre. Questa volta Davide non riesce a battere Golia sul campo. Ma nell’immaginario collettivo lo farà alla grandissima. La squadra in questione è l’Olanda degli anni ‘70, capace di arrivare due volte in finale ai Mondiali per poi perdere contro Germania e Argentina. Gli Orange di Rinus Michels, però,furono gli 11 che inventarono il “calcio totale”da cui ha tratto moltissimi insegnamenti lo stesso Pep Guardiola. Nessun centravanti, ruoli intercambiabili e schemi che variavano da azione ad azione. Il tutto organizzato dal genio di Johan Cruijff. Un’opera d’arte applicata al mondo del pallone. Tra le nazionali più sottovalutate della storia c’è addirittura chi era in vacanza e pochi mesi dopo ha vinto un Campionato Europeo. Stiamo parlando della Danimarca del 1992, squadra ricca di talento ma esclusa durante le qualificazioni agli europei perché arrivata seconda nel girone dietro la Jugoslavia. La Jugoslavia, però, venne estromessa dal torneo a causa dello scoppio del conflitto interno e dalle sanzioni comminate dai vertici del calcio internazionale. Quindi Danimarca riammessa nel tabellone principale con i giocatori già in ferie richiamati per una preparazione di soli 10 giorni. Nessun problema per la nazionale di Schmeichel e Brian Laudrup. I danesi vincono a sorpresa il girone, battono ai rigori l’Olanda in semifinale e si prendono il titolo con un incredibile 2 a 0 sulla favoritissima Germania.
E se la vittoria della Danimarca è stata unica, lo stesso si può dire di quella della Grecia a Euro 2004. Il contesto è sempre lo stesso, quello del torneo continentale, ma l’impresa è, se possibile, ancora più incredibile. La Grecia è una squadra con pochissima tradizione calcistica e con un tasso di talento decisamente limitato. In più si ritrova in un primo girone con la Russia e con corazzate come Spagna e Portogallo. Nessun problema per gli uomini di Otto Rehhagel. Alla prima partita arriva l’inaspettato successo sui lusitani. Alla seconda il pareggio con la Spagna e all’ultima l’ininfluente sconfitta con la Russia. Seguono i successi per 1 a 0 sulla favorita Francia campione del mondo in carica e quello sulla Repubblica Ceca in semifinale. La finale è ancora una volta coi padroni di casa portoghesi. E il risultato è sempre lo stesso:un altro 1 a 0 che vale il titolo continentale. Il Portogallo si sarebbe comunque rifatto con gli interessi nel 2016, anno degli Europei in Francia. Il tasso di talento della squadra lusitana è decisamente inferiore rispetto a quello delle ultime edizioni con il solo Cristiano Ronaldo come fuoriclasse attorniato da una serie di buoni giocatori. E le difficoltà si vedono fin dal primo girone con i rossoverdi che non vanno oltre il pari contro le abbordabili Austria e Islanda. Risultato identico a quello della terza gara contro l’Ungheria. La formula degli Europei, però, è cambiata e da questo torneo si qualificano anche le migliori terze. Va benissimo al Portogallo che si ritrova nelle fasi a eliminazione diretta contro la Croazia.La gara è estremamente difficile e combattuta e servirà un gol di Quaresma nei supplementari per passare al turno successivo. L’avversario, questa volta è la Polonia e l’epilogo è quello dei calci di rigore. I lusitani sono perfetti e si guadagnano la semifinale con l’abbordabile Galles, battuto (finalmente) nei 90 minuti con gol di Ronaldo e Nani. La finale è contro i padroni di casa della Francia.Il pronostico sembra senza storia e a rendere ancora più difficili le cose per il Portogallo ci si mette l’infortunio di Ronaldo. Niente paura. Da quel momento i lusitani alzano le barricate e con il più classico dei gol in contropiede a pochi minuti dalla fine chiudono finale e torneo.